05. Profeti e profezie: E. G. White e Nostradamus a confronto

05. Profeti e profezie: E. G. White e Nostradamus a confronto

Di Luigi Caratelli

Alcuni scrittori e registi ci avevano fatto credere, frettolosamente, che, a dire dei maya, la terra sarebbe stata devastata da immani cataclismi dal dicembre del 2012. L’anno in questione è già alle spalle e, come vedete, state ancora leggendo queste righe; di catastrofi ce ne sono state in abbondanza, ma nulla che abbia sfiorato l’apocalisse. I maya volevano dire tutt’altro. Esiste un solo documento attendibile nella loro cultura che annuncia cambiamenti epocali ed è un’iscrizione scolpita sul sesto monumento del sito maya di Tortoguero (nello stato messicano del Tabasco). Qui, tra le righe molto rimaneggiate del testo, si parla del 13° B’aktùn (il 21 dicembre 2012), in cui si prevede la discesa di un certo Bolon Yokte K’u, una divinità dai caratteri demoniaci.

Sulla scorta di tali e poche informazioni, si è montato uno scenario da paura che ha terrorizzato i creduloni e riempito di denaro le tasche dei produttori di storie. I maya, in realtà, non avevano previsto la fine del mondo, ma solo il cambiamento di un’epoca e i moderni discendenti di essi si dimostrano alquanto infastiditi dalle congetture apocalittiche degli occidentali in riferimento ai loro testi cultuali. Un saggio maya dei nostri giorni, Chan K’in (Piccolo Sole) della tribù dei Lacandones, si beffa di quanti vogliono annunciare una data per la fine del mondo dal momento che, per lui, solo il Creatore può stabilirla. Però aggiunge anche un presagio ricavato dall’osservazione dei tempi che stiamo vivendo, e dice: “Tutto si secca, non solo qui, ma anche nelle terre alte, non solo in questo cielo ma anche nei cieli superiori. E’ il castigo di Hachakyum (il Creatore). C’è molto freddo nel mondo d’oggi, un freddo che è sceso molto dentro, fino al cuore di tutte le creature viventi” (Gianluca Marletta).

Gli scienziati, per niente disposti a concessioni di carattere mitico-religioso, parlano anch’essi, come “Piccolo Sole”, di cambiamenti drastici nel clima, nell’economia, nella convivenza sociale che caratterizzano la nostra epoca: che siano più attendibili dei maya? Lo vedremo.

L’uomo, da sempre, anela a questo tipo di esistenza: sogna probabilmente l’eternità. La fine del mondo, di questo mondo, dovrebbe segnare l’inizio di questo sogno. La cartina di tornasole per questo nuovo inizio sono le profezie che indicano il suo approssimarsi. Ma, in questo caso, lo abbiamo visto, ci sono delle illusioni da sgretolare e pericoli da evitare, primo fra tutti il concentrarsi in maniera ossessiva proprio sui temi profetici. Ma se dobbiamo proprio interessarci di profezie, quali di esse possono essere considerate attendibili? E, soprattutto, esiste un metro per poterne definire l’attendibilità?

E’ questo, stranamente, un tempo in cui prolificano profeti di ogni genere. Stranamente, perché l’avanzamento innegabile e inarrestabile della scienza e della tecnologia, avrebbe dovuto fugare ogni fumosa reminiscenza mitologica, o anche religiosa; campi d’azione preferenziali dei soggetti della profezia.

Profezie non realizzatesi

In molti, anche lontano dal definito circolo delle esperienze religiose, hanno rivestito i panni degli indagatori del futuro; ma non a tutti è lecito dare la patente di attendibilità.

Un esempio eclatante di profezia “avventata” è quello dell’astrologo Boris Cristoff il quale nel 1978 pubblicava un libro dal titolo La grande catastrofe del 1983.[1]  In ultima di copertina il recensore faceva notare che Cristoff non era un indovino, bensì un astrologo serio, la cui analisi poteva essere considerata a tutti gli effetti “una scientifica elaborazione di dati astrologici, astronomici e fisici”. E nella prefazione dello stesso libro l’autore affermava: “Nell’arco di dieci anni, tra il 1968 e il 1978, la mia convinzione si è venuta cementando e ora finalmente ritengo necessario che sia ampiamente conosciuta. E proprio a causa della sicurezza che mi dà l’aver visto realizzate le mie precedenti predizioni mi sento ora di affermare che verso il 1983 il nostro pianeta subirà la più grande catastrofe da molti secoli a questa parte… avrà inizio nel 1983 e si concluderà nel 1984. Colpirà gran parte dell’emisfero settentrionale, falciando molte più vite delle guerre del passato. Poi sulla terra regnerà una pace universale”.[2]  Mi rincresce molto parlare di questo studioso ma non so cosa intendesse lui per “predizioni realizzatesi”, poiché non ci sono state né la catastrofe annunciata per il 1983 né la pace universale dal 1984.

Quando si parla di profezia c’è sempre il rischio di sconfinare non solo nell’incertezza del sovrannaturale e dell’intangibile, ma, persino, sul piano delle disillusioni e, addirittura, dell’occultismo. La vera profezia è attività divina: è Dio che alza il velo del futuro per poter consolare e meglio guidare gli uomini. Dietro ogni vera profezia vi è sempre una persona: Dio. E un messaggio preciso: la volontà di Dio di camminare nel mondo insieme all’umanità.

Esiste però il pericolo di imbattersi, come già visto, nella falsa profezia. La storia è piena di episodi che vedono protagonisti falsi profeti e non raccomandabili veggenti. Insomma, esiste il serio pericolo di essere ingannati proprio a causa di falsi vaticini.

Una delle più famose profezie mai realizzatesi è quella detta della “grande Piramide”. Alcuni studiosi erano convinti che le misure dei cunicoli, dei vani e dei corridoi della grande Piramide di Cheope a Giza, rappresentassero la storia del mondo e rivelassero un messaggio profetico che doveva giungere fino alla fine dei tempi. Così si esprime Renzo Baschera a riguardo: “L’ultimo gradino, prima dell’Età Nuova, viene fissato nel 1981. Su questa data vale la pena di fare alcune considerazioni. Altre profezie rilevano il 1980 come data d’inizio del terzo conflitto mondiale”.[3]

Un’altra profezia, detta di Santa Brigida, è dello stesso tenore. La donna era principessa di Svezia, morta nel 1383. Dei suoi vaticini si è ritrovato un manoscritto a Napoli nel 1685. A margine dello scritto sono annotate delle date con relative previsioni del tenore: “1900: vi sarà un gran segno”; “1980: gli empi prevarranno”; “1999: i luminari si estingueranno”. Rileva il Baschera: “E’ interessante notare che anche in questa profezia il 1980 è considerato un po’ come l’anno più pericoloso del secolo. Sarà questo infatti l’anno della terza guerra mondiale”.[4] Altra profezia molto conosciuta è quella detta del “Ragno Nero”, attribuita a un monaco bavarese del XVI secolo. In questo caso abbiamo delle definizioni per ogni anno storico. Scrive ancora il Baschera: “Nel 1980 si calerà sul mondo nuovamente l’ombra sinistra di un nuovo conflitto mondiale. In quell’anno il pontefice lascerà Roma per trasferire la sede papale al di là dell’oceano”.[5]

Ma forse, la profezia annunciatrice di catastrofi più conosciuta in assoluto è quella di una quartina del veggente Nostradamus: la numero 72 della X centuria: “L’anno 1999 e 7 mesi, verrà dal cielo un grande Re d’onore: resusciterà il grande Re d’Angoumois. Prima e dopo morte regnerà felicemente”. Così è stata commentata da diversi autori. Il già citato Baschera afferma: “L’avvento dell’anticristo è stato fissato da Nostradamus per il 1999. Il suo regno durerà 27 anni, In questo periodo una bandiera rosso-gialla invaderà l’Europa, mentre Parigi sarà distrutta da un attacco aereo”.[6] La studiosa Anna Maria Turi, dal canto suo, scrive: “Nel 1999 ci sarà infatti un grande sovvertimento seguito dalla terza guerra mondiale, mentre un leader assommerà nella propria immagine e nella propria condotta tutti i valori negativi più o meno latenti e sarà il ‘grande Re d’onore’; artefice delle calamità che colpiranno il genere umano”.[7] Invece Jean Charles de Fontbrune commenta: “Oltre alle due guerre mondiali, la prima e la seconda, Nostradamus ha vaticinato un terzo, grande conflitto, che dovrebbe scoppiare prima della fine del XX secolo. Nel 7° mese dell’anno 1999 dall’aria giungerà un terribile comandante e resusciterà il grande re dei mongoli”.[8] Infine, Renucio Boscolo aggiunge: “Data in lettere che cifra bene delle località: Padania, Milano, Nomate. Sbarco di aeronavi al comando di un re terrificante. Impresa che susciterà l’emergere di un nuovo leader anglosassone (Francia). Epoca di regimi militari a tutti i livelli sull’intero globo”.[9]

Gli studiosi citati, insieme a un altro grande stuolo di omologhi, si sono dimostrati abbastanza prudenti nelle loro previsioni, anche se queste non si sono mai realizzate. Io stesso sono entrato nel gioco delle Centurie, ma con molto più successo; a dimostrazione che un vaticino imbastito a regola d’arte, senza scomodare la preveggenza, può avverarsi pienamente perché aperto a mille interpretazioni. E’ andata così. Un giorno, sul posto di lavoro, inventai una serie di frasi a effetto; una per ogni mese dell’anno, che avrebbero dovuto prevedere uno specifico evento. Per gennaio coniai la frase “Boato nel regno di ghiaccio”; per marzo “Vento assassino” e così via. Scrissi i “vaticini” su un foglio di carta, che feci prima leggere a una segretaria perché ne certificasse il contenuto e feci poi sigillare con una spillatrice, consegnandolo, come Nostradamus, ai posteri. Dopo alcuni mesi rilessi, insieme alla segretaria, le mie profezie: si erano avverate quasi tutte. A gennaio di quell’anno ci fu un terremoto (boato) in Alaska (regno di ghiaccio); a marzo delle trombe d’aria spinsero delle persone nello specchio d’acqua tra Scilla e Cariddi, uccidendole (vento assassino). Non ricordo molto altro ma ho impressa nella mente, in maniera indelebile, l’espressione della segretaria modellata tra lo sconcerto e il quasi terrore: “Mi metti paura – disse - , hai indovinato tutto. Come hai fatto!”. Nella stessa maniera di Nostradamus. Con la sola differenza che lui, lo vedremo, credeva fermamente a ciò che diceva; io no.

Utile è apprendere quanto scrive Federico Cellina, un esegeta di Nostradamus, il quale non può fare a meno di constatare che: “Le interpretazioni di Nostradamus, riferite ai nostri anni più recenti, si sono… molte volte dimostrate fallaci. Gli eventi che se ne sono ricavati si sono spesso rivelati diversi da quanto poi si è verificato. In alcuni casi questo errore è stato invece evitato, ma sembra solo perché l’interprete è stato a sua volta così oscuro nella sua interpretazione che ha reso ancora più enigmatico, e quindi passibile di diverse interpretazioni alternative, il testo di Nostradamus da lui interpretato”.[10] Il che significa che sulle centurie del ‘veggente’ si possono architettare innumerevoli interpretazioni diverse, anche per un solo evento previsto. Significativa, a riguardo, è un’esperienza che ho vissuto a Treviso nel corso di un ciclo di conferenze. Avevo parlato di Nostradamus e della mia esperienza da profeta casereccio con la segretaria di cui sopra. Abituato a far intervenire il pubblico dopo la mia esposizione, raccolsi una chicca da un arguto spettatore, che per il famoso mio vaticino “Boato nel regno di ghiaccio” aveva proposto la seguente variante: “Un frigorifero che per un guasto esplode”. E il gioco può continuare all’infinito in maniera che, avendo per base la stessa frase, si possono costruire illimitate possibilità, tutte con ugual grado di adempimento.

Nonostante la sua avvertenza sull’attendibilità traballante del profetismo alla Nostradamus, il Cellina ha però sentito il bisogno di aggiungere: “L’anno 1999 non lascia decisamente presagire nulla di buono”.[11] Dal canto mio costato solamente che il terzo millennio è iniziato, e benché non goda di ottima salute non è certo abortito. Potremmo continuare citando numerose altre “previsioni” ma ci fermiamo qui.

Profezie sul messia

Continuando a trattare il tema del profetismo, non possiamo ignorare gli insegnamenti dei diversi ambiti religiosi nei quali occupa un posto centrale la visione dell’avvento di un Messia, restauratore di tutte le cose. In questo caso le profezie riguardanti la venuta di un messia sulla terra riguardano proprio gli eventi che caratterizzano la fine del mondo, o la fine di un mondo. Vediamone alcune.

Nell’Islam di fede Sciita si crede che alla fine dei tempi giungerà il messia liberatore, il 12° Imam, il Mahdi. Egli sarà l’ultimo luogotenente di Allah sulla terra. Verrà inviato dopo che la Comunità sarà stata colpita da un’immensa afflizione da parte del potere temporale. Il Mahdi apparirà in un tempo in cui “non si è avuta notizia di un’afflizione più grande da quando Allah ha sparso la progenie di Adamo”.[12]  Anche in ambito iraniano si prevede l’apparizione del Saoshyant, ultimo dei tre figli postumi di Zarathustra. Egli tornerà sulla terra quando “l’umanità gemerà sotto i pesi delle più terribili ingiustizie e delle peggiori calamità. La creazione conoscerà un processo di degrado e di corruzione che colpirà tutti gli aspetti della vita. La terra sarà devastata da ogni sorta di cataclismi e si riempirà di impurità”.[13]  “Perfino una via tradizionale, così refrattaria alle speculazioni escatologiche quale è il Buddismo – afferma il Medrano -, contiene nella sua dottrina un esplicito riferimento al tema della restaurazione finale e del Redentore che dovrà portarla a termine. Quest’ultimo è personificato dal Buddha Maitreya, il Buddha futuro, il Buddha che deve venire”.[14] Anche le credenze indo-germaniche contemplano la figura di un messia salvatore, Balder, il dio solare. Anche in questa cultura il contesto della sua apparizione è: “dalle ceneri del vecchio mondo, decaduto e corrotto”; grazie a lui rinascerà un mondo “pieno di giovinezza e di forza, libero da ogni lordura. Nasceranno un nuovo cielo e una nuova terra e su questa inizierà la vita di una nuova umanità”.[15] Perfino gli aderenti al Circolo Medianico della pace di Berlino sono in contatto, sin dal 1952, con Ashtar Sheran, un’entità extraterrestre considerata il Comandante della Flotta Spaziale Interplanetaria; specie di mediatore tra Dio e gli uomini, quasi un Cristo cosmico.

Anche nella Bibbia si parla del ritorno del Messia sulla terra in tempi angosciosi. E’ conosciuta la speranza messianica che anima Israele. Immanuel Schochet così la esprime: “Viviamo in tempi drammatici, in un’età di cambiamenti drastici e di rapidi sviluppi in tutti gli aspetti della condizione umana. Tutto ciò riflette con estrema precisione i sintomi dell’avvento dell’era messianica vividamente definita e preannunciata nel Talmud, nel Midràsh e in altri scritti sacri”.[16] Nel libro biblico del profeta Daniele, laddove si parla degli ultimi giorni della storia dell’umanità, si dice: “L’angelo mi disse ancora: ‘In quel tempo apparirà Michele, il capo degli angeli, il protettore del tuo popolo. Sarà un tempo d’angoscia come non c’è mai stato dalla nascita delle nazioni fino a quel momento’”.[17] Stessi toni sono usati da Gesù Cristo quando annuncia l’epoca del suo ritorno: “Perché in quei giorni ci sarà una grande tribolazione, la più grande che ci sia mai stata fino ad oggi, e non ce ne sarà più una uguale”.[18]

Dopo aver letto questa rapida carrellata di visioni sul ritorno del Messia ci si potrebbe chiedere: ma non si era parlato di avvenimento dai toni incoraggianti? Invece, in molte delle formulazioni citate ritornano i termini “disastro”, “angoscia”, “tribolazione”. E’ vero, ma sono accompagnati da una visione di futura grazia. Basta leggere le parole del profeta Isaia, che dipinge così il mondo nuovo: “Il lupo abiterà con l’agnello, e il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello, il leoncello e il bestiame ingrassato staranno assieme, e un bambino li condurrà. La mucca pascolerà con l’orsa, i loro piccoli si sdraieranno assieme, e il leone mangerà il foraggio come il bue. Il lattante giocherà sul nido della vipera, e il bambino divezzato stenderà la mano nella buca del serpente. Non si farà né male né danno su tutto il mio monte santo, poiché la conoscenza del Signore riempirà la terra”. [19] E ancora: “Il Signore degli eserciti preparerà per tutti i popoli su questo monte un convito di cibi succulenti… Distruggerà su quel monte il velo che copre la faccia di tutti i popoli e la coperta stesa su tutte le nazioni. Annienterà per sempre la morte; il Signore, Dio, asciugherà le lacrime da ogni viso”.[20] Naturalmente i riferimenti geografici al monte Sion e ad altro sono mutuati dal contesto storico e geografico in cui è inserito l’autore biblico, devono essere trasfigurati e proiettati nel mondo nuovo di cui si può solo lontanamente immaginare la realtà. Nel libro dell’Apocalisse si aggiunge che “Non ci sarà più nulla di maledetto”.[21]

Che la “fine dei tempi” e il ritorno del Messia debbano essere accolti come realtà positive lo testimoniano le stesse parole di Gesù Cristo, riportate dall’evangelista Giovanni: “ Il vostro cuore non sia turbato… Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore… Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi”.[22] Anche sulla definizione teologica che Gesù Cristo sia il Messia avremo modo di dedicarvi delle pagine, con l’intento di stabilire se egli è veramente l’unico Messia atteso o se, di contro, ne possiamo prendere in considerazione anche altri.

Un altro profeta: Ellen Gould White

Ci occuperemo adesso di un personaggio che non è molto conosciuto ma che ha a che vedere con il tema delle profezie in generale e, in maniera specifica, con le profezie sulla fine dei tempi.

Nell’America del XIX secolo si è prodotto un grande risveglio religioso che ha riformato le molteplici chiese protestanti storiche. Si sono avute delle scissioni e sono sorti nuovi movimenti di riforma. In seno ad uno di questi ha operato Ellen White, considerata alla stregua di una profetessa.

Sono conosciutissime le profezie di Nostradamus e di una pletora di altri ‘veggenti’, in parte appena esaminati. Sono stati compilati e prodotti numerosissimi volumi e articoli su di essi; ma poco si è detto sull’oscura figura di questa minuta donna. Eppure, a differenza di Nostradamus, o dei suoi interpreti, ella ha predetto moltissimi eventi, già avveratisi, e molti altri ancora che riguardano il nostro futuro relativamente lontano. Le sue profezie sono ancora lette da milioni di credenti e se ne può certificare l’autenticità.

E’ il 16 luglio 1915, a S. Elena (California), alle 15.40 Ellen White si addormenta per sempre: i suoi occhi si spegnevano, proprio mentre l’Europa in guerra si accendeva di fuochi distruttori. E’ un segno: lei, quei fuochi li aveva predetti, ma dalla loro devastante furia era stata risparmiata.

Basta rileggere una data: 2 aprile 1890. Sulla rivista Signs of the Times aveva scritto: “La tempesta si avvicina e dobbiamo prepararci per affrontare la sua furia. Vedremo sciagure da ogni parte. Migliaia di navi saranno scaraventate nelle profondità dei mari. Intere armate sprofonderanno e molte vite umane saranno di conseguenza sacrificate… i palazzi saranno distrutti dalle fiamme”.[23] Gli Stati Uniti si erano appena lasciati alle spalle i lutti della guerra di Secessione. Le nazioni europee si apprestavano a sperimentare un periodo di insperata tranquillità. Le vie di comunicazione oltrepassavano i confini di antichi odi e gli sbuffi delle locomotive facevano presagire un’era gravida di promesse. Nel 1909, parlando alla Conferenza Generale del suo movimento, Ellen White disse: “Sono da aspettarsi tra poco conflitti e oppressioni di popoli stranieri, di tale veemenza che non è possibile, per ora, neppure concepire”. Aveva anche detto: “Ancora un poco di tempo e non potremo più lavorare liberamente, come possiamo farlo ora. Dinanzi a noi ci sono cose terribili e ciò che dobbiamo fare dobbiamo farlo presto”.[24] A quel tempo, queste parole potevano tutt’al più provocare una sonora risata: tutti erano ottimisti sul futuro.

Novanta anni più tardi, riguardo a quei tempi, economisti e politici scriveranno le seguenti, rivelatrici considerazioni. L’economista Robert J. Shiller ha scritto: “L’indice prezzo/utili raggiunse il primo dei tre livelli massimi registrati dal 1881 nel giugno del 1901, proprio all’inizio del XX secolo. Nel gennaio del 1901 si parlava molto del futuro e dei progressi tecnologici a venire… la gente era davvero ottimista. E alcuni anni dopo, il primo decennio del XX secolo venne definito ‘L’epoca dell’ottimismo’, ‘L’epoca della fiducia’ o anche ‘L’epoca della baldanza’”.[25] In un editoriale dell’aprile del 1901, il New York Daily Tribune scrisse: “E’ arrivata una nuova era, un’era di comunità di interessi”. Mariano Fazio, in Acta Philosophica, vol. 9 (2000), p.287, ha riconosciuto: “Il XIX secolo, almeno dal punto di vista della storia delle idee, è stato un periodo di ottimismo. Le ideologie politiche che lo caratterizzarono – liberalismo, nazionalismo, marxismo – in quanto figlie dell’Illuminismo, hanno come uno egli elementi decisivi della loro cosmovisione la nozione di progresso… Nel pensiero ideologico riveste particolare importanza anche l’elemento escatologico o utopico: il trionfo dell’ideologia e l’avanzare della scienza avrebbero portato con sé l’avvicinarsi di un futuro felice e più degno dell’uomo…. l’avvento della Prima Guerra Mondiale è stato un autentico shock culturale: invece di pace, libertà, giustizia e benessere, la Modernità sboccava in un conflitto bellico di dimensioni mai viste nella storia”.

Dal canto suo Zbigniew Brzezinski, già consigliere per la sicurezza nazionale del Presidente Jimmy Carter, scrisse nel 1995: “Il clima dominante delle principali capitali al 1° gennaio 1900 era improntato in generale all’ottimismo. La struttura del potere mondiale sembrava stabile ma, soprattutto, la situazione politica dominante, almeno in apparenza, sembrava essere relativamente priva di minacce. La sempre maggior fede nella rivoluzione scientifica generava ottimismo sulle condizioni future dell’umanità. L’alba del XX secolo venne accolta da molti commentatori come il vero inizio dell’età della ragione. La tragedia arrivò quasi inaspettata. Nessuna delle previsioni espresse un po’ da tutti il 1° gennaio 1900 si avvicinò ad anticipare i massacri ideologici e lo stato di guerra che riservava il futuro”. [26]

Non è esatto! Qualcuno aveva previsto tutto e lo diceva da venti anni: Ellen White.

Il terremoto di San Francisco

Se, ad esempio, l’avessero ascoltata gli abitanti di San Francisco! Quattro anni prima che la città fosse devastata dal terribile terremoto del 18 aprile 1906, ella aveva scritto: “Nelle grandi città come San Francisco e Oakland si dovrebbero tenere delle adunanze in tende ben attrezzate, perché non passerà molto tempo che queste città subiranno i castighi di Dio. San Francisco e Oakland diverranno come Sodoma e Gomorra”.[27] Il 20 giugno 1903 aveva anche scritto: “I giudizi di Dio saranno sul nostro paese, avevo visto fuoco e terremoti”. [28] Il 12 novembre 1903, scriveva: “Qualche cosa di grande e di decisivo sta per accadere”.[29] Il 15 febbraio 1904 si trovava a New York; la notte ebbe un sogno: “La scena che mi fu presentata riguardava un allarme causato dal fuoco. La gente guardava gli edifici ritenuti refrattari e diceva: ‘Sono perfettamente sicuri’. Invece questi fabbricati furono completamente divorati dalle fiamme come se fossero stati di pece. Le pompe idrauliche non potevano fare nulla per impedire la distruzione. I pompieri erano incapaci di manovrare gli utensili”. [30]

Il 16 aprile 1906, due giorni prima dell’evento, Ellen White ebbe un’altra visione. Si trovava a Loma Linda: “Mi passò davanti agli occhi una visione molto strana. Mi trovavo sopra un’altura dalla quale potevo vedere come tutte le case si muovevano come scosse dal vento. Gli edifici piccoli e grandi cadevano a terra; sprofondavano i luoghi di divertimento dei ricchi, teatri, alberghi e abitazioni. L’aria risuonava delle grida dei feriti spaventati. In nessun posto v’era un rifugio sicuro. Io personalmente non sentivo di essere in pericolo, ma non trovavo le parole per descrivere le orribili scene che mi passavano davanti”. [31] Nel corso del giorno seguente Ellen White fu ossessionata dalle visioni del sogno. Nel pomeriggio partì per Glendal, vicino a Los Angeles, per partecipare al Convegno annuale della Conferenza Generale degli avventisti della California meridionale. Così ricorda quei momenti: “Il 18 aprile, due giorni dopo la visione della caduta degli edifici, mi stavo recando a una riunione che si doveva tenere nella chiesa di via Carr a Los Angeles. Mentre ero vicina al locale di culto udii strillare i venditori di giornali: ‘San Francisco distrutta dal terremoto’. Col cuore grave lessi le prime notizie stampate riguardo il terribile disastro”.[32]

La storia conferma quella lontana profezia. Nel 1988 la Bompiani ha pubblicato un libro scritto da Levy Matthys e Mario Salvadori intitolato Perché la terra trema. In un capitolo dedicato al disastro di San Francisco gli autori scrivono queste parole: “Il terremoto colpì alle 5,12 senza preavviso… la scossa principale stimata di magnitudo 8.25 durò solo 45 secondi ma lo scuotimento continuò almeno per 10 minuti. I marciapiedi si ingobbirono… nuvole di polvere da intonaci e mattoni riempirono l’aria. Le rotaie del tram furono piegate in strane forme ondulatorie… Il rivestimento di mattoni del nuovo Municipio, si scorticò e cadde lasciando in piedi solo la funerea intelaiatura di acciaio”. [33] Ellen White aveva detto: “La gente guardava gli edifici ritenuti refrattari e diceva: ‘Sono perfettamente sicuri”. Ma aveva anche detto ciò che nessuno avrebbe potuto prevedere: “La scena che mi fu presentata, riguardava un allarme causato dal fuoco… i fabbricati furono completamente divorati dalle fiamme come se fossero stati di pece”.

Si può inoltre evidenziare un particolare sconcertante: “Le pompe idrauliche non potevano fare nulla per impedire la distruzione”, aveva detto la White. Così confermano Levy e Salvadori: “Sotto le strade di San Francisco le condutture del gas e dell’acqua si ruppero… Quindici minuti dopo che il terremoto si fu placato, scoppiarono 50 incendi nel distretto degli affari. Non suonò nessun allarme dai vigili del fuoco perché il sistema di allarme centrale, situato a Chinatown, era stato zittito dalla prima scossa dalla distruzione del 93% delle sue batterie di emergenza. La stessa scossa aveva tagliato le condutture di ferro delle principali riserve d’acqua della città… e aveva rotto 23.000 tubazioni sotterranee, impedendo in questo modo la pressurizzazione del sistema di distribuzione. Privi d’acqua, i vigili del fuoco della città assistettero senza speranza al rogo degli edifici”.[34] Ellen White aveva puntualizzato: Le pompe idrauliche non potevano fare nulla per impedire la distruzione”. E ancor più aveva aggiunto: “I pompieri erano incapaci di manovrare gli utensili”. Ecco come confermano le sue predizioni gli autori di “Perché la terra trema”: “Il Brigadiere Generale Friederick Funston nel tentativo di formare delle linee tagliafuoco per bloccare i muri di fuoco che avanzavano… ordinò la demolizione di diversi edifici, ma le truppe, poco preparate per un simile disastro, crearono più danni del necessario facendo esplodere edifici in fiamme e facendo volare in tutte le direzioni calcinacci incandescenti. Questi invece di aiutare a bloccare le fiamme, le alimentarono”. [35] “Quando non restava più nulla da bruciare gli incendi si spensero: avevano divampato per 74 ore e avevano distrutto 12 chilometri quadrati della città e 28.000 edifici. Alla fine del terzo giorno una leggera pioggia spense le ceneri che ormai bruciavano senza fiamma. Non c’è da stupirsi se, da allora in poi, ci si riferisce a questo tragico evento come al grande incendio di San Francisco, piuttosto che al grande terremoto di San Francisco”.[36] Ellen White, nelle sue visioni, aveva sempre visto il fuoco.

Il sorgere dello spiritismo moderno

Nel 1850, quando sorse lo spiritismo, il movimento che sostiene la comunicazione con il mondo degli spiriti

e dei morti, Ellen G. White lo identifica come uno degli ultimi inganni e ne predice la crescita. Sebbene a quei tempi il movimento era senza dubbio anti-cristiano, ella previde che questa ostilità sarebbe diminuita e che sarebbe diventato un movimento rispettato all’interno del cristianesimo.[37] Da allora lo spiritismo si è diffuso globalmente, guadagnando milioni di aderenti. La sua posizione anti-cristiana è cambiata; infatti, oggi molti si definiscono cristiani spiritisti, professando di avere la vera fede cristiana e dichiarando che «gli spiritisti sono i soli religiosi che usano i doni promessi da Cristo, tramite i quali guariscono i malati e dimostrano un’esistenza progressiva e cosciente nell’aldilà».[38]

Nel suo libro Il Gran Conflitto, Ellen White predisse addirittura che lo spiritismo, anche se in forme diverse e più raffinate rispetto a quelle in voga a metà ‘8oo, sarebbe stato “un capolavoro di seduzione” delle potenze malefiche; che al suo tempo non aveva “ancora raggiunto il pieno adempimento… ma lo raggiungerà all’ultima ora”; e poi, fondandosi solo sulla Bibbia aggiungeva: “Dice il profeta: «E vidi… tre spiriti immondi simili a rane… sono spiriti di demoni che fan de’ segni e si recano dai re di tutto il mondo per radunarli par la battaglia dell’Iddio Onnipotente’ Apocalisse 16:13,14».[39]

E’ interessante notare che le rane, tra le altre figurazioni, erano simbolo dell’immortalità, quindi dell’idea fondante dello spiritismo; che queste in realtà sono prese in prestito dall’autore dell’Apocalisse per associarle alla figura dei demoni; e che l’azione delle rane-demoni, attraverso la dottrina e le “meraviglie” dello spiritismo, avrebbero sedotto “i re di tutto il mondo”.

Oggi, a distanza di 150 anni da quando Ellen White fece questa previsione, possiamo constatare che lo spiritismo è dilagato non solo in ambiti cristiani, ma anche laici: è sconcertante sapere come all’interno degli spazi del palazzo di vetro dell’ONU, ossia là dove si confrontano i grandi della terra, prima con la teosofia occultista-esoterica di Alice Bailey e poi con lo spiritismo più sofisticato del medium Lee Carrol che parla a nome di un’entità chiamata Kryon, gli spiriti danno consigli ai “i re di tutto il mondo”.

Gli spiritisti sostengono anche che lo spiritualismo dia «più conoscenza di tutti i grandi sistemi religiosi e, ancora adesso, fornisce maggiore conoscenza sulla Bibbia cristiana di tutti i commentari messi assieme. La Bibbia è un libro dello spiritualismo».[40]

Conclusione

Ma chi era Ellen White? E’ stata una delle più grandi figure che animarono il grande risveglio evangelico del XIX secolo. Visse sino all’età di 88 anni; scrisse 54 libri, stampati in più di 140 lingue e 4500 articoli. Ebbe più di 2000 visioni profetiche e sogni. Oggi è considerata tra i 4 più importanti autori di letteratura storica più tradotti e l’autore americano di ambo i sessi più tradotto. Un mensile di New York, l’Indipendent, non certo partigiano, poiché non apparteneva al suo movimento, in un editoriale del 23 agosto 1915 ricordando la morte della White, dopo aver lasciato al lettore il giudizio sull’attendibilità profetica della donna aggiungeva: “La sua vita è stata onesta e coerente con le sue rivelazioni. Non ha mostrato orgoglio spirituale e ha operato come una degna profetessa, una persona degna di lode in America”.[41]

A lei gli avventisti devono la visione di una chiesa mondiale aperta a tutti. Se oggi la Chiesa Avventista opera in 203 Paesi del mondo, è grazie anche al suo fondamentale contributo.
In moltissime cose precorse i tempi. Quando ai bambini piccoli non venivano riconosciute capacità di comprensione, lei scriveva dell’influenza della mamma sul bambino ancora prima della sua nascita.

Quando ancora l’insegnamento scolastico pubblico era nozionistico, autoritario e violento, Ellen si batteva affinché l’educazione scolastica promuovesse lo sviluppo del corpo, della mente e dello spirito del bambino. Se oggi la Chiesa avventista ha circa 7.000 scuole di ogni ordine e grado, fonda università e scuole altamente specializzate che accolgono ragazzi provenienti da tutto il mondo, come anche apre scuole di fortuna nei paesi più poveri, deve questa opera soprattutto all’impostazione illuminata di questa piccola donna.
Quando nella seconda metà del XIX secolo la vita media delle persone non arrivava ai 50 anni, principalmente a causa di abitudini malsane, mancanza di igiene, cure mediche inadeguate; quando a New York i cavalli depositavano sulle strade 800 mila chili di escrementi e 230 mila litri di urine, quando solo il 2% aveva l’acqua in casa e la maggior parte degli americani non aveva mai fatto un bagno completo nella sua vita, scrisse pagine e pagine sull’importanza dell’uso dell’acqua, di una vita e di un’alimentazione sane, dando indicazioni ben precise che oggi vengono sostenute a livello scientifico.

Partendo dai suoi suggerimenti, oggi la Chiesa Avventista ha 166 ospedali e sanatori, 395 cliniche e dispensari, 7 battelli e aerei medici, 131 case di riposo e scuole per infermieri dove cura e promuove i principi di una vita sana. Tra le istituzioni mediche, annovera la famosa Loma Linda riconosciuta a livello mondiale anche da ambienti non avventisti.

«Credete nell'Eterno, ch'è l'Iddio vostro, e sarete al sicuro; credete ai suoi profeti, e trionferete!» (2 Cronache 20:20).

Note

[1] Cristoff Boris, La grande catastrofe del 1983, SIAD, 1970.

[2] Idem, p. 9.

[3] Baschera Renzo, Le profezie, Longanesi, 1974, p. 13.

[4] Idem, p. 41.

[5] Idem, p. 75.

[6] Idem, p. 53.

[7] Turi Anna Maria, Profezie di fine millennio, Mondadori 1996, pp. 69,70.

[8] De Fontbrune Jean Charles, Nostradamus, le nuove profezie fino al 2025, Mondadori, 1995, p. 207.

[9] Boscolo Renucio, Nostradamus, l’enigma risolto, Mondadori, 1996, p. 400.

[10] Cellina Federico, 1999-2015 fine del mondo?, edizioni Mediterranee, Roma 1996, p. 60.

[11] Idem, p. 63.

[12] Al Burhaniyyah Dar, Il Mahdi e l’anticristo, Quaderni del Veltro, pp. 9-12.

[13] Medrano Antonio, Tempi ultimi e restaurazione finale, Il Cinabro, Catania 1995, p. 16.

[14] Idem, p. 31.

[15] Idem, p. 52.

[16] Schochet Immanuel, Il Messia. Il concetto di Messia e di era messianica nelle regole e nella tradizione ebraica,     Lulan editrice, Milano 2000, p. 7.

[17] Daniele 12:1, versione Riveduta di Giovanni Luzzi.

[18] Matteo 24:21 versione Riveduta.

[19] Isaia 11: 6-9, versione Nuova Riveduta, 1995.

[20] Isaia 25: 6-8, idem.

[21] Apocalisse 22: 3 pp., idem.

[22] Giovanni 14: 1-3 idem.

[23] Review and Herald, 26.4.1906.

[24] Review and Herald 26 aprile 1906.

[25] Shiller J. Robert, Euforia irrazionale. Analisi dei boom di borsa, il Mulino, Bologna 2000, pp. 147,148.

[26] Brzezinski Zbigniew, Il mondo fuori controllo, Milano 1995, p. 17.

[27] Review and Herald, 1.9.1902 e 26.4.1906.

[28] Idem, 26.4.1906.

[29] Idem, 5.7.1906.

[30] Idem, 26.4.1906.

[31] Ellen G. White, Testimonies, vol 9, pp. 92-94.

[32] Idem, p. 94.

[33] Matthys Levy , Salvadori Mario, Perché la terra trema, Bompiani, 1988, p. 106.

[34] Idem, p. 110.

[35] Idem

[36] Idem, p. 111

[37] Ellen G. WHITE, Primi scritti, Edizioni ADV, Impruneta, 2006, p. 71.

[38] J. M. PEEBLES, «The Word Spiritualism Misunderstood», in Centennial Book of Modern Spiritualism in America, National Spiritualist Association of the United States of America, Chicago, IL, 1948, p. 34.

[39] Ellen Gould White, Il Gran Conflitto, Edizioni ADV, Firenze, 1979, p. 409

[40] B. F. AUSTIN, «A Few Helpful Thoughts», Centennial Book of Modern Spiritualism, p. 44.

[41] L. Brand, D. S. McMahon, Ellen.G. White sotto accusa, edizioni AdV, Firenze 2008, p. 9.