Ellen White e le relazioni con i fedeli di altre chiese

“Nel nostro mondo vi sono numerosi uomini di chiesa che non hanno mai udito le meravigliose e solenni verità che ci sono state affidate. Tali uomini compiono un’opera di valore secondo la luce che possiedono e molti di loro, nel campo pratico, sono più avanti di altri che hanno beneficiato di grandi luci e di circostanze favorevoli”. (E. G. White, Testimonies to Ministers , 1898, p. 416)

“Non dobbiamo allontanarci dal nostro percorso per attaccare le altre denominazioni; ciò non farebbe che creare uno spirito aggressivo e chiudere le orecchie e i cuori all’accettazione della verità. Dobbiamo compiere il nostro dovere che non consiste nel demolire, ma nel costruire”. (E. G. White, Evangeliser, ed. Vie et Santé, Dammarie les Lys, 1986, p. 515)

“Dobbiamo unirci agli altri e camminare con loro fin dove è possibile, senza sacrificare alcun principio… non dobbiamo lavorare solo per la nostra chiesa”. (E. G. White, Review and Herald, 21 ottobre 1884)

“I nostri pastori dovrebbero avvicinarsi ai pastori delle altre denominazioni. Pregate per loro e con loro, perché il Cristo intercede in loro favore. Una solenne responsabilità riposa su di essi. In quanto messaggeri del Cristo, dovremmo manifestare un profondo interesse nei confronti di questi pastori del gregge”. (E. G. White, Testimonies for the Church, vol 2, cit. da Evangeliser, p. 504)

“Quando penetriamo in un nuovo territorio non dovremmo erigere inutili barriere fra noi e le altre denominazioni, in modo particolare i cattolici, il che farebbe loro supporre che siamo i loro nemici giurati. Non dovremmo creare nelle loro menti dei pregiudizi facendo una sorta di incursione in mezzo a loro. Fra i cattolici ve ne sono molti che vivono in base alla luce ricevuta e il cui comportamento è migliore di molti che pure dichiarano di credere nella verità presente. Sarà Dio a giudicare, come ha fatto con noi”. (E. G. White, Evangeliser, ed. Vie et Santé, Dammarie les Lys, 1986, p. 144)

“Fratelli miei, sono scioccata quando vedo quanti colpi sono deliberatamente sferrati contro i cattolici. Predicate la verità, ma trattenete ogni parola che manifesti uno spirito polemico: poiché tali parole non possono né aiutare né illuminare nessuno” (E. G. White, Counsels to Writers and Editors, p. 64)

“Non lasciate i nostri predicatori seguire i loro impulsi nel denunciare ed esporre il ‘mistero dell’iniquità’! Su questo tema, il silenzio è d’oro”. (E. G. White, Evangelism, p. 576)

“Dovrebbe essere evidente a tutti che siamo riformatori e non settari. Quando i nostri predicatori entrano in un nuovo territorio, dovrebbero cercare di fare conoscenza con gli ecclesiastici delle diverse chiese… Un certo numero di cristiani aderisce alla maggior parte delle nostre credenze. In questo c’è un terreno d’intesa grazie al quale possiamo allacciare le relazioni con i credenti appartenenti ad altre chiese; e quando abbiamo fatto conoscenza con loro, parliamo soprattutto degli argomenti che ci uniscono. In tal modo non saremo portati subito e brutalmente ad affrontare le cose che ci dividono”. (E. G. White, Review and Herald, 13 giugno 1912)

Discrezione e strategia nell’evangelizzazione

“Quando cominciate a lavorare lì dove nessun altro l’ha ancora fatto, non pensate sia vostro dovere dire subito alle persone: ‘Noi siamo avventisti del settimo giorno, pensiamo che il settimo giorno sia il sabato, crediamo che l’anima non sia immortale…’. Il risultato sarebbe, nella maggior parte delle volte, di elevare una formidabile barriera fra voi e coloro che volete raggiungere. Parlate loro, quando se ne presenta l’occasione, dei punti dottrinali su cui potete trovarvi d’accordo. Provate loro che siete dei cristiani che desiderano la pace e che li amate. Mostrate loro di essere coscienziosi. In tal modo guadagnerete la loro fiducia e verrà il momento di parlare delle dottrine che vi separano. Conquistate i cuori, preparate il terreno, poi seminate la semenza presentando con amore la verità come la si trova in Gesù”. (E. G. White, Le ministère évangélique, pp. 113, 114)

“Imparate a incontrare le persone lì dove si trovano. Non parlate di argomenti che potrebbero sollevare polemiche. Il vostro insegnamento non deve avere per effetto quello di rendere perplessi gli animi”. (E. G. White, Testimonies for the Church, vol 6, 1990, p. 58)

“Molti hanno considerato coloro che appartengono alle altre chiese come dei grandi peccatori, mentre il Signore non li vede allo stesso modo… coloro che giudicano in tal modo i membri delle altre chiese debbono umiliare loro stessi sotto la mano onnipotente di Dio”. (RH 70-31, 1893, 69:3)

“La nostra fede è molto impopolare e contrasta largamente con la fede e le pratiche delle altre denominazioni. Per attirare coloro che vivono ancora nelle tenebre, dobbiamo avvicinarli con la massima saggezza, sottolineando il nostro accordo con tutto ciò che possiamo mettere coscienziosamente in comune. Bisogna manifestare considerazione per coloro che sono nell’errore e congratularsi per la loro onestà. Dobbiamo avvicinarci agli uomini il più possibile, allora la luce e la verità che abbiamo può essere utile per loro”. (E. G. White, Testimonies for the Church, vol 3, 1990, p. 462)

“Fratelli miei, sono scioccata quando vedo quanti colpi sono deliberatamente sferrati contro i cattolici. Predicate la verità, ma trattenete ogni parola che manifesti uno spirito polemico: perché tali parole non possono aiutare né illuminare nessuno”. (CW, 64)

“Vi capiterà di avere l’occasione di parlare nelle altre chiese. Nel favorire tali occasioni, ricordatevi delle parole del Salvatore: ‘Siate intelligenti come serpenti e candidi come colombe’. Non provocate la malignità del nemico pronunciando discorsi accusatori. In tal modo chiudereste le porte dove la verità avrebbe potuto penetrare…”. (E. G. White, Evangelism, pp. 563, 564)

“In tutte le confessioni, compresa quella cattolica, vi sono attualmente dei veri cristiani che credono onestamente che la domenica sia di istituzione divina. Dio apprezza la loro sincerità e la loro fedeltà”. (T.S. p. 486)

“Invece di abbandonarci a discorsi polemici, vegliamo allo scopo di scoprire ogni apertura possibile. Da questo punto di vista il dipartimento della Temperanza occupa un posto privilegiato. In questo settore si trovano facilmente degli scopi comuni in favore dei quali si può lavorare con gli altri gomito a gomito”. (6 T 110,111, RH febbraio 14, 1888)

“Che alcuni operai assistano alle adunanze religiose in altre chiese e, se c’è l’opportunità, partecipino ad esse. Gesù, all’età di 12 anni, andò nella scuola dei sacerdoti e dei rabbini nel tempio, e pose delle domande. In quella scuola gli studi avevano luogo quotidianamente, in qualche modo come noi teniamo gli studi biblici. Gesù pose delle domande come uno che voleva imparare, ma i suoi quesiti fornirono a questi dotti sacerdoti nuova materia di studio e di riflessione. Un’opera analoga dovrebbe essere fatta oggi”. (T6, 75)

“Non dobbiamo attendere tranquillamente l’oppressione e la tribolazione, con le braccia conserte, senza fare nulla per prevenire il male. Gridiamo insieme verso il cielo. Preghiamo e lavoriamo, lavoriamo e preghiamo. Ma evitiamo ogni imprudenza. Imparate come non mai la necessità di essere dolci e umili di cuore. Non bisogna inveire contro nessuno, individuo o chiesa che sia. Talvolta è necessario dire dure verità; assicuratevi tuttavia che lo Spirito Santo di Dio abiti nei vostri cuori, prima di esporre verità taglienti, in modo che solo esse facciano il loro percorso. Tagliare nel vivo non è un affare vostro”. (C.P. p. 60)

Avvertimenti e rischi

“Una nuova situazione si sta verificando presso il corpo pastorale: il desiderio di assomigliare alle altre chiese; la semplicità e l’umiltà sono quasi sconosciute”. (2 SM 18)

“Se non mostriamo la massima vigilanza in seno all’opera per proteggere gli interessi della causa, la nostra chiesa sarà al più presto corrotta come le altre denominazioni”. (4 T 513)

“Ho sentito parlare di alcuni pastori che in passato hanno creduto fosse meglio, entrando in nuovi territori, lasciare nell’ombra che siamo avventisti del settimo giorno, pretendendo di che dobbiamo predicare le verità generali della Bibbia. Ma sono felice di constatare che si è prodotto un cambiamento e che sopra la bandiera di coloro che predicano il messaggio del terzo angelo è scritta questa verità: ‘Qui sono coloro che osservano i comandamenti di Dio e hanno la fede di Gesù’. Questa è la caratteristica distintiva della nostra denominazione: nessun altro può rivendicarla. Ciò che è vero per questo punto lo è ugualmente per molti altri della nostra fede”. (RH 21 dicembre 1905, 200:1)

“Mentre il mondo protestante fa delle concessioni a Roma con il suo comportamento, sforziamoci di comprendere la situazione ed esaminare i veri dati del problema che abbiamo davanti a noi. Che la sentinella faccia udire chiaramente la sua voce e dia il messaggio della verità presente per il tempo presente. Mostriamo al mondo dove siamo nella storia profetica e cerchiamo di stimolare lo spirito del vero protestantesimo”. (2 TT 323)

Oggi i protestanti sono più favorevoli alla chiesa di Roma rispetto al passato. In quei paesi in cui il cattolicesimo rappresenta una minoranza e i sostenitori del papa assumono un atteggiamento conciliante per estendere il loro influsso, si nota una crescente indifferenza per le dottrine che distinguono la chiesa riformata dalla gerarchia papale. Si diffonde sempre più l’idea che sulle dottrine fondamentali non ci sia poi quella grande differenza che si pensava e che qualche piccola concessione da parte nostra potrà rendere possibile una migliore intesa con Roma. Un tempo i protestanti attribuivano un grande valore alla libertà di coscienza, conquistata a caro prezzo. Insegnavano ai loro figli a detestare il papato e ritenevano che cercare un accordo con Roma equivalesse a un atto di infedeltà nei confronti di Dio. Ora, invece, come sono diversi i sentimenti espressi!”. (GC 563; TS 611)

“È vero che nella confessione cattolica vi sono dei cristiani autentici” (GS 565; TS 611). “Ma il cattolicesimo, in quanto sistema, oggi non è in armonia con il messaggio del Vangelo del Cristo più di quanto non lo fosse nei precedenti periodi della sua storia. Se le chiese protestanti non fossero anch’esse immerse in fitte tenebre spirituali riconoscerebbero i segni dei tempi. La chiesa di Roma persegue ampi obiettivi e svariati metodi operativi. Essa escogita ogni mezzo per estendere il proprio influsso e accrescere la propria potenza in previsione di un deciso e duro conflitto per riconquistare il dominio del mondo, ristabilire la persecuzione e annullare le conquiste del protestantesimo”. (GC 565; TS 614)

La chiesa cattolica non ha rinunciato alla sua pretesa di supremazia, e quando il mondo protestante accetta il giorno che essa ha istituito, rigettando il sabato biblico, ammette virtualmente questo suo diritto. Esso può richiamarsi all’autorità della tradizione dei Padri per giustificare il cambiamento, ma in tal modo ignora il principio che lo separa da Roma: ‘La Bibbia e la Bibbia solamente è la religione dei protestanti’”. (GC 448; TS 486)

“Se l’unità non può essere ottenuta se non al prezzo di compromessi nei confronti della verità e della giustizia, allora accettate le differenze e anche la guerra”. (SR 324)

Il metodo di Cristo

“Solo il metodo di Cristo darà veri risultati nell’approccio con gli altri. Il Salvatore si mescolò con gli uomini come qualcuno che desiderava il loro bene. Egli manifestò la sua simpatia per loro, rispondendo ai loro bisogni, e guadagnò la loro fiducia. Poi, li invitò a seguirli”. (MH 143-144)