Dottrine Fondamentali degli Avventisti del 7° Giorno. Edizione Conferenza Generale 2005

Dottrine Fondamentali degli Avventisti del 7° Giorno. Edizione Conferenza Generale 2005

01. Le sante Scritture

Le sante Scritture, Antico e Nuovo Testamento, sono la Parola di Dio redatta, trasmessa per ispirazione divina da santi uomini di Dio, che han- no parlato e scritto guidati dallo Spirito Santo. Tramite questa Parola, Dio ha  comunicato  all’uomo  la  conoscenza  necessaria  per  la  salvezza.  Le Scritture sono la rivelazione infallibile della sua volontà. Esse rappresentano il modello per il carattere, il banco di prova per l’esperienza, l’autorevole rivelazione delle dottrine e l’attendibile racconto degli atti di Dio nel- la storia (cfr. 2 Pt 1:20,21; 2 Tm 3:16,17; Sal 119:105; Prv 30:5,6; Is 8:20; Gv 17:17; 1 Ts 2:13; Eb 4:12).

02. La trinità

C’è un solo Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo, un’unità di tre persone coeterne. Dio è immortale, onnipotente, onnisciente, onnipresente ovunque e sempre. Egli è infinito e trascende l’umana comprensione, ma si fa conoscere tramite la sua rivelazione. Egli è degno per sempre dell’adorazione e del servizio di tutta la creazione (cfr. Dt 6:4; Mt 28:19; 2 Cor 13:14; Ef 4:4-6; 1 Pt 1:2; 1 Tm 1:17; Ap 14:7).

03. Il Padre

Dio, Padre eterno, è il Creatore, la Fonte, il Sostenitore, il Sovrano di tutta la creazione. Egli è giusto e santo, misericordioso e pietoso, lento all’ira,9 Dottrine fondamentali degli Avventisti del 7º Giorno ricco di immutabile amore e di fedeltà. Le qualità e i poteri espressi nel Figlio e nello Spirito Santo sono anche rivelazione del Padre (cfr. Gn 1:1; Ap 4:11; 1 Cor 15:28; Gv 3:16; 1 Gv 4:8; 1 Tm 1:17; Es 34:6,7; Gv 14:9).

04. Il Figlio

Dio, l’eterno Figlio, si incarnò in Gesù Cristo. Grazie a lui furono crea- te tutte le cose, è stato rivelato il carattere di Dio, si compie la salvezza dell’umanità e il mondo viene giudicato. Per sempre vero Dio, egli divenne anche vero uomo: Gesù Cristo. Fu concepito dallo Spirito Santo e nacque dalla vergine Maria. Visse e sperimentò la tentazione come un essere umano, ma fu un esempio perfetto della giustizia e dell’amore di Dio. Tra- mite i suoi miracoli manifestò la potenza di Dio e fu dichiarato il Messia promesso da Dio. Soffrì e morì volontariamente sulla croce per i nostri peccati e al nostro posto. Risuscitato dai morti, ascese al cielo per esercitare nel santuario del cielo il suo ministero in nostro favore. Egli verrà di nuovo in gloria per la liberazione finale del suo popolo e per la restaura- zione di tutte le cose (cfr. Gv 1:1-3,14; Col 1:15-19; Gv 10:30; 14:9; Rm 6:23; 2 Cor 5:17-19; Gv 5:22; Lc 1:35; Fil 2:5-11; Eb 2:9-18; 1 Cor 15:3,4; Eb 8:1,2; Gv 14:1-3).

05. Lo Spirito Santo

Dio, l’eterno Spirito, partecipò con il Padre e con il Figlio alla creazione, all’incarnazione e alla redenzione. Egli ispirò gli autori delle Scritture. Manifestò la sua potenza nella vita del Cristo. Sensibilizza e convince gli esseri umani, rigenera e trasforma a immagine di Dio coloro che rispondono al suo invito. Inviato dal Padre e dal Figlio per essere per sempre con i suoi figli, egli concede i doni spirituali alla chiesa, le accorda potenza per testimoniare del Cristo e, in armonia con le Scritture, la guida in tutta la verità (cfr. Gn 1:1,2; Lc 1:35; 4:18; At 10:38; 2 Pt 1:21; 2 Cor 3:18; Ef 4:11,12; At 1:8; Gv 14:16-18,26; 15:26,27; 16:7-13).

06. La creazione

Dio è il Creatore di tutte le cose e ha rivelato nelle Scritture il reso- conto autentico della sua attività creativa. In sei giorni il Signore fece «i cieli e la terra» e tutte le cose viventi che sono in essa e si riposò il settimo giorno di quella prima settimana. In questo modo egli stabilì il sabato come un memoriale perpetuo della sua opera creativa. Il primo uomo e la prima donna furono formati a immagine di Dio, come coronamento dell’opera della creazione; fu affidato loro il dominio sul mondo e la responsabilità di averne cura. Quando il mondo fu compiuto, era «molto buono» e manifestava la gloria di Dio (cfr. Gn 1:2; Es 20:8-11; Sal 19:1-6; 33:6,9; 104; Eb 11:3).

07. La natura dell’uomo

L’uomo e la donna sono stati creati all’immagine di Dio, ognuno con la propria individualità, con il potere e la libertà di pensare e di agire. Sebbene creati  come  esseri  liberi,  ognuno  è  un’unità  indivisibile  di  corpo, mente e spirito, dipendente da Dio per la vita, il respiro e ogni altra cosa. Quando i nostri progenitori disubbidirono al Signore, negarono la loro dipendenza dal Creatore e decaddero dall’elevata posizione che detenevano in lui. L’immagine di Dio in loro fu deturpata e divennero soggetti alla morte. I loro discendenti hanno ereditato questa natura decaduta e le sue conseguenze. Essi nascono con le debolezze e le tendenze al male. Dio però, in Cristo, riconciliò il mondo con sé e, tramite il suo Spirito, ripristina negli esseri umani pentiti l’immagine del loro Creatore. Creati per la gloria di Dio, essi sono chiamati ad amarlo, ad amarsi gli uni gli altri e ad aver cura  dell’ambiente  che  li  circonda  (cfr.  Gn  1:26-28;  2:7;  Sal  8:4-8; At 17:24-28; Gn 3; Sal 51:5; Rm 5:12-17; 2 Cor 5:19,20; Sal 51:10; 1 Gv 4:7,8,11,20; Gn 2:15).

08. Il gran conflitto

Tutta l’umanità è coinvolta in un grande conflitto fra Cristo e Satana riguardo al carattere di Dio, alla sua legge e alla sua sovranità sull’universo. Questo conflitto iniziò in cielo, quando un essere creato, dotato di libertà di scelta, esaltando se stesso, divenne Satana, l’avversario di Dio, inducendo alla rivolta una parte degli angeli. Egli introdusse uno spirito di ribellione in questo mondo quando convinse Adamo ed Eva a peccare. Il peccato dell’uomo portò alla deformazione dell’immagine di Dio nell’umanità, al disordine del mondo creato e alla sua devastazione all’epoca del diluvio uni- versale. Osservato da tutto il creato, questo mondo è diventato l’arena del conflitto universale, alla fine del quale la giustizia di Dio sarà definitiva- mente riconosciuta. Per assistere il suo popolo in questo conflitto, Cristo in- via lo Spirito Santo e gli angeli fedeli a guidarlo, proteggerlo e sostenerlo nella via della salvezza (cfr. Ap 12:4-9; Is 14:12-14; Ez 28:12-18; Gn 3; Rm 1:19-32; 5:12-21; 8:19-22; Gn 6-8; 2 Pt 3:6; 1 Cor 4:9; Eb 1:14).

09. La vita, la morte e la risurrezione del Cristo

Con la vita di perfetta ubbidienza di Cristo alla volontà di Dio, con le11 Dottrine fondamentali degli Avventisti del 7º Giorno sue sofferenze, la sua morte e la sua risurrezione Dio ha provveduto all’unico mezzo per espiare il peccato dell’uomo, affinché coloro che per fede accettano questa espiazione possano avere la vita eterna e l’intera crea- zione  possa  comprendere  meglio  l’infinito  e  santo  amore  del  Creatore. Questa perfetta espiazione rivendica la giustizia della legge di Dio e la misericordia  del  suo  carattere:  essa  infatti  condanna  il  nostro  peccato  ma provvede  anche  al  nostro  perdono.  La morte  di  Cristo  è  sostitutiva  ed espiatoria, riconciliatrice e trasformatrice. La risurrezione di Cristo pro- clama il trionfo di Dio sulle forze del male e a coloro che accettano l’espiazione essa assicura la loro vittoria finale sul peccato e sulla morte. Essa dichiara che Gesù Cristo è il Signore, davanti al quale «si piegherà ogni ginocchio in cielo e sulla terra» (cfr. Gv 3:16; Is 53; 1 Pt 2:21,22; 1 Cor 15:3,4,20-22; 2 Cor 5:14,15,19-21; Rm 1:4; 3:25; 4:25; 8:3,4; 1 Gv 2:2; 4:10; Col 2:15; Fil 2:6-11).

10. L’esperienza della salvezza

Nel suo amore infinito e nella sua grande misericordia Dio considerò Cristo, che non peccò, come peccatore al nostro posto affinché in lui potessimo diventare giustizia di Dio. Guidati dallo Spirito Santo ci rendiamo conto dei nostri limiti, riconosciamo la nostra colpevolezza, ci pentiamo dei nostri errori ed esercitiamo la nostra fede in Gesù accettandolo come Signore e Cristo, come Sostituto ed Esempio. Questa fede che riceve salvezza proviene dal divino potere della Parola ed è un dono della grazia di Dio. Tramite Cristo siamo giustificati, adottati come figli e figlie di Dio e liberati dal dominio del peccato. Mediante lo Spirito nasciamo di nuovo e siamo santificati; lo Spirito rinnova le nostre menti, scrive la legge d’amore di Dio nei nostri cuori e ci dà la forza per vivere una vita santa. Rimanendo fedeli a lui diventiamo partecipi della natura divina e abbiamo la certezza della salvezza ora e nel giorno del giudizio (cfr. 2 Cor 5:17-21; Gv 3:16; Gal 1:4; 4:4-7; Tt 3:3-7; Gv 16:8; Gal 3:13,14; 1 Pt 2:21,22; Rm 10:7; Lc 17:5; Mc 9:23,24; Ef 2:5-10; Rm 3:21-26; Col 1:13,14; Rm 8:14-17; Gal 3:26; Gv 3:3- 8; 1 Pt 1:23; Rm 12:2; Eb 8:7-12; Ez 36:25-27; 2 Pt 1:3,4; Rm 8:1-4; 5:6-10).

11. Crescere in Cristo

Con la sua morte sulla croce Gesù ha trionfato sulle forze del male. Egli che ha soggiogato gli spiriti demoniaci durante il suo ministero terreno ha distrutto il loro potere e ha reso certa la loro distruzione finale. La vittoria di Gesù ci dà la vittoria sulle forze maligne che ancora cercano di controllarci, mentre camminiamo con lui in pace, gioia e certezza del suo amore. Ora lo Spirito Santo dimora con noi e ci fortifica. Consacrati del continuo a Gesù, nostro Salvatore e Signore, siamo liberati dal fardello delle nostre azioni passate. Non viviamo più nelle tenebre, nella paura di poteri malvagi, nell’ignoranza e nella mancanza di senso del nostro prece- dente modo di vivere. In questa nuova libertà in Gesù, siamo chiamati a crescere nella somiglianza al suo carattere, comunicando con lui giornalmente in preghiera, cibandoci della sua Parola, meditando su essa e sulla sua provvidenza, cantando le sue lodi, riunendoci insieme per l’adorazione e partecipando alla missione della Chiesa. Dedicandoci al servizio amorevole nei confronti di coloro che ci sono intorno e alla testimonianza della sua salvezza, la sua costante presenza con noi attraverso lo Spirito trasforma ogni momento e ogni azione in una esperienza spirituale (cfr. Sal 1:1,2; 23:4; 77:11, 12; Col 1:13, 14; 2:6, 14, 15; Lc 10:17-20; Ef 5:19, 20; 6:12- 18; 1 Ts 5:23; 2 Pt 2:9; 3:18; 2 Cor 3:17, 18; Fil 3:7-14; 1 Ts 5:16-18; Mt 20:25-28; Gv 20:21; Gal 5:22-25; Rm 8:38, 39; 1 Gv 4:4; Eb 10:25).

12. La chiesa

La chiesa è la comunità dei credenti che confessano Gesù Cristo come Signore e Salvatore. Come il popolo di Dio dell’Antico Testamento, siamo chiamati a distaccarci dal mondo e unirci per il culto, per la comunione fraterna, per lo studio della Parola, per la celebrazione della Cena del Signore, per il servizio nei confronti di tutta l’umanità e per la proclama- zione mondiale del Vangelo. La chiesa trae la sua autorità da Cristo, che è la Parola incarnata, e dalle Scritture, che sono la Parola scritta. La chiesa è la famiglia di Dio: adottati da lui come figli, i suoi membri vivono secondo il nuovo patto. La chiesa è il corpo di Cristo, una comunità di fede della quale Cristo stesso è il capo. La chiesa è la sposa per la quale Cristo è morto per santificarla e purificarla. Al suo ritorno in gloria, egli la presenterà come chiesa gloriosa, chiesa fedele di tutte le epoche, acquistata con il proprio sangue, senza né macchia né ruga, ma santa e irreprensibile  (cfr.  Gn  12:3;  At  7:38;  Ef  4:11-15;  3:8-11;  Mt  28:19,20;  16:13-20; 18:18; Ef 2:19-22; 1:22,23; 5:23-27; Col 1:17,18).

13. Il «rimanente» e la sua missione

La chiesa universale è composta da tutti coloro che credono veramente in Cristo, ma negli ultimi giorni, in un periodo di totale apostasia, un rimanente è chiamato a osservare i comandamenti di Dio e preservare la fede di Gesù. Questo rimanente annuncia che è giunta l’ora del giudizio, proclama la salvezza tramite Cristo e l’avvicinarsi del momento del suo ritorno. Questa proclamazione è simboleggiata dai tre angeli di Apocalisse 14; coincide con l’opera del giudizio in cielo e ha come risultato un’opera di ravvedi-13 Dottrine fondamentali degli Avventisti del 7º Giorno mento e di riforma sulla terra. Ogni credente è chiamato a partecipare personalmente a questa testimonianza di portata mondiale (cfr. Ap 12:17; 14:6- 12; 18:1-4; 2 Cor 5:10; Gd 3,14; 1 Pt 1:16-19; 2 Pt 3:10-14; Ap 21:1-14).

14. L’unità del corpo di Cristo

La chiesa è un corpo con molte membra chiamate da ogni nazione, tribù, lingua e popolo. In Cristo noi siamo una nuova creatura: distinzioni di razza, cultura, istruzione, nazionalità, differenze di classe, fra ricchi e poveri o fra maschi e femmine, non devono rappresentare motivi di divisione. Siamo tutti uguali in Cristo che, mediante un unico Spirito, ci ha uniti a lui e l’uno con l’altro. Dobbiamo servire ed essere serviti senza parzialità o riserve. Tramite la rivelazione di Gesù Cristo nelle Scritture noi siamo partecipi della stessa fede e della stessa speranza e ne rendiamo testimonianza a tutti. Questa unità trova la sua fonte nell’unità del Dio «trino» che  ci  ha  adottati  come  suoi  figli  (cfr.  Rm  12:4,5;  1  Cor  12:12-14;  Mt 28:19,20; Sal 133:1; 2 Cor 5:16,17; At 17:26,27; Gal 3:27,29; Col 3:10-15; Ef 4:14-16; 4:1-6; Gv 17:20-23).

15. Il battesimo

Con il battesimo confessiamo la nostra fede nella morte e nella risurrezione di Gesù Cristo e testimoniamo della nostra morte al peccato e della nostra decisione di iniziare una nuova vita. In questo modo riconosciamo Cristo come Signore e Salvatore, diventiamo suo popolo e siamo accolti come membri dalla sua chiesa. Il battesimo è il simbolo della nostra unione con Cristo, del perdono dei nostri peccati e del fatto che abbiamo ricevuto lo Spirito Santo. Si celebra per immersione nell’acqua ed è subordinato alla dichiarazione di fede in Gesù e alla manifestazione di un reale ravvedimento dal peccato. Esso segue allo studio delle Scritture e all’accetta- zione del loro insegnamento (cfr. Rm 6:1-6; Col 2:12,13; At 16:30-33; 22:16; 2:38; Mt 28:19,20).

16. La santa Cena

La santa Cena è la partecipazione ai simboli del corpo e del sangue di Gesù come espressione di fede in lui, nostro Signore e Salvatore. In questa esperienza di comunione Cristo è presente per incontrarsi con il suo popolo e per fortificarlo. Partecipandovi proclamiamo con gioia la morte del Signore fino al suo ritorno. La preparazione per la santa Cena include un esame di coscienza, il pentimento e la confessione. Il Maestro ordinò di celebrare il servizio della lavanda dei piedi per sottolineare una rinnovata purificazione, per esprimere una volontà di servizio reciproco con la sua stessa umiltà e per unire i nostri cuori nell’amore. Il servizio di comunione è aperto a tutti i credenti cristiani (cfr. 1 Cor 10:16,17; 11:23-30; Mt 26:17-30; Ap 3:20; Gv 6:48-63; 13:1-17).

17. I doni dello Spirito

Dio concede a tutti i membri della sua chiesa, indipendentemente dall’epoca in cui vivono, i doni spirituali che ognuno deve utilizzare in un ser- vizio motivato dall’amore, per il bene comune della chiesa e dell’umanità. Donati dallo Spirito Santo, che li distribuisce «a ciascuno in particolare come Egli vuole», i doni assicurano quelle capacità e quella vocazione necessarie alla chiesa per l’esercizio delle funzioni stabilite da Dio. Secondo le Scritture, questi doni sono: la fede, la guarigione, la profezia, la predicazione, l’insegnamento, l’amministrazione, la comprensione, la riconciliazione, il servizio altruistico e la bontà per aiutare e incoraggiare le persone. Alcuni membri sono chiamati da Dio e ricevono i doni dello Spirito per esercitare le funzioni riconosciute dalla chiesa nel ministero pastorale, evangelistico, apostolico e nell’insegnamento. Queste funzioni sono particolarmente importanti per preparare i membri al servizio, per aiutare la chiesa a crescere verso il raggiungimento della maturità spirituale, per promuovere l’unità della fede e la conoscenza di Dio. Quando i membri usano questi doni spirituali «come buoni amministratori della svariata grazia di Dio», la chiesa è protetta dagli influssi distruttivi delle false dottrine, si sviluppa grazie all’intervento di Dio e si rafforza nella fede e nell’amore (cfr. Rm 12:4-8; 1 Cor 12:9-11,27,28; Ef 4:8,11-16; At 6:1-7; 1 Tm 2:1-3; 1 Pt 4:10,11).

18. Il dono di profezia

Uno dei doni dello Spirito Santo è la profezia. Questo dono è un segno che identifica la chiesa del rimanente e si è manifestato nel ministero di Ellen G. White. Quale messaggera del Signore, i suoi scritti sono una continua e autorevole fonte di verità e offrono alla chiesa incoraggiamento, guida, istruzione e correzione. Essi affermano anche, in modo chiaro, che la Bibbia è la norma in base alla quale ogni insegnamento e ogni esperienza devono essere provati (cfr. Gal 2:28,29; At 2:14-21; Eb 1:1-3; Ap 12:17; 19:10).

19. La legge di Dio

I grandi principi della legge di Dio sono contenuti nei dieci comanda- menti e sono stati manifestati nella vita di Cristo. Essi sono l’espressione dell’amore di Dio, della sua volontà e dei suoi propositi relativi alla con-15 Dottrine fondamentali degli Avventisti del 7º Giorno dotta e alle relazioni umane e sono vincolanti per tutti gli uomini di ogni epoca. Questi principi costituiscono la base del patto di Dio con il suo popolo e rappresentano il criterio del giudizio. Grazie all’opera dello Spirito Santo, essi indicano il peccato e risvegliano il desiderio di un Salvatore. La salvezza viene attribuita per grazia e non per opere, ma i suoi frutti si manifestano nell’ubbidienza ai comandamenti. Questa ubbidienza sviluppa un carattere cristiano e produce effetti positivi. È una dimostrazione del nostro amore per il Signore e dell’interesse per i nostri simili. L’ubbidienza della fede dimostra la potenza di Cristo nel trasformare la vita e perciò rafforza la testimonianza cristiana (cfr. Es 20:1-17; Sal 40:7,8; Mt 22:36- 40; Dt 28:1-14; Mt 5:17-20; Eb 8:8-10, Gv 16:7-10; Ef 2:8-10; 1 Gv 5:3; Rm 8:3,4; Sal 19:7-14).

20. Il sabato

Il Creatore, dopo i sei giorni della creazione, si riposò il settimo giorno e istituì il sabato per tutti come memoriale della creazione. Il quarto co- mandamento dell’immutabile legge di Dio richiede l’osservanza di questo settimo giorno, il sabato, come giorno di riposo, di culto e di servizio in armonia con l’insegnamento e l’esempio di Gesù, Signore del sabato. Il sabato è un giorno di comunione con Dio e con il prossimo. Esso è un simbolo della nostra redenzione in Cristo, un segno della nostra santificazione, un’espressione della nostra fedeltà, un’anticipazione del nostro futuro eterno nel regno di Dio. Il sabato è il segno perpetuo scelto da Dio per rappresentare il suo patto eterno con il suo popolo. La lieta osservanza di questo tempo sacro, da tramonto a tramonto, è una celebrazione dell’opera creatrice e redentrice di Dio (cfr. Gn 2:1-3; Es 20:8-11; Lc 4:16; Is 56:5,6; 58:13,14; Mt 12:1-12; Es 31:13-17; Ez 20:12,20; Dt 5:12-15; Eb 4:1-11; Lv 23:32; Mc 1:32).

21. La gestione cristiana della vita

Noi siamo gli amministratori di Dio che ci ha affidato tempo e opportunità, capacità e beni, ricchezze dalla natura e sue risorse. Noi siamo responsabili nei suoi confronti del loro giusto uso. Riconosciamo la sovranità di Dio mediante un leale servizio, offerto a lui e ai nostri simili, restituendo la decima e dando le offerte per la proclamazione del Vangelo e per il sostentamento e lo sviluppo della sua chiesa. L’amministrazione è un privilegio offertoci da Dio per coltivare l’amore e riportare la vittoria sull’egoismo e l’avarizia. L’amministratore cristiano si rallegra delle benedizioni che gli altri ricevono come risultato della sua fedeltà (cfr. Gn 1:26-28; 2:15; 1 Cr 29:14; Ag 1:3-11; Ml 3:8-12; 1 Cor 9:9-14; Mt 23:23; Rm 15:26,27).

22. Uno stile di vita cristiano

Siamo invitati a essere un popolo santo che pensa, sente e agisce in armonia con i principi del cielo. Affinché lo Spirito possa ricreare in noi il carattere del nostro Signore, dobbiamo impegnarci soltanto in ciò che produrrà nella nostra vita purezza cristiana, salute e gioia. Questo significa che cercheremo di conformare i nostri divertimenti e i nostri svaghi ai più elevati principi di gusto e bellezza cristiani. Pur riconoscendo le differenze culturali, il nostro modo di vestire deve essere improntato alla semplicità, alla modestia e all’ordine, consono con il modo di vivere di coloro la cui vera bellezza non consiste nell’ornamento esteriore, ma in quello duraturo di uno spirito quieto e gentile. Ciò significa anche che, siccome i nostri corpi sono il tempio dello Spirito Santo, dobbiamo averne cura in modo intelligente. Oltre a un adeguato esercizio fisico e al riposo, dobbiamo adottare la dieta più sana possibile e astenerci dai cibi impuri indicati nelle Scritture. Poiché le bevande alcoliche, il tabacco e l’uso irresponsabile di droghe e narcotici sono dannosi al nostro corpo, dobbiamo astenercene. Al contrario dobbiamo impegnarci in ciò che aiuta i nostri pensieri e i nostri corpi ad essere in armonia con l’insegnamento di Cristo, che desidera la nostra salute, la nostra gioia e il nostro bene (cfr. Rm 12:1,2; 1 Gv 2:6; Ef 5:1-21; Fil 4:8; 2 Cor 10:5; 6:14-7:1; 1 Pt 3:1-4; 1 Cor 6:19,20; 10:31; Lv 11:1-47; 3 Gv 2).

23. Il matrimonio e la famiglia

Il matrimonio fu istituito da Dio in Eden e da Gesù fu definito un’unione d’amore, per tutta la vita, fra un uomo e una donna. Per il cristiano il matrimonio è un impegno con Dio oltre che con il coniuge e perciò è bene che sia contratto solo fra due persone che condividono la stessa fede. L’amore, l’onore, il rispetto e la responsabilità reciproci sono gli elementi essenziali di questa relazione che deve riflettere l’amore, la santità, l’intimità e la perpetuità della relazione esistente fra Cristo e la sua chiesa. Ri- guardo al divorzio, Gesù insegnò che la persona che lo attua - salvo che per fornicazione - e contrae un nuovo matrimonio, è colpevole di adulterio.  Sebbene alcuni  rapporti  coniugali  possano  allontanarsi  dall’ideale, quei  coniugi  che  si  sono  impegnati  reciprocamente  in  Cristo,  potranno raggiungere  una  vera  unione  grazie  alla  guida  dello  Spirito  Santo  e  all’aiuto della chiesa. Dio benedice la famiglia e vuole che i suoi membri si sostengano a vicenda per il raggiungimento di una completa maturità. I genitori devono educare i loro figli ad amare e a ubbidire a Dio. Con il loro esempio e con le loro parole devono insegnare loro che Cristo è un Maestro affettuoso, tenero e pieno di attenzioni, che vuole aiutarli a di-17 Dottrine fondamentali degli Avventisti del 7º Giorno ventare membra del suo corpo che è la famiglia di Dio. Una delle caratteristiche del messaggio evangelico finale è la maggiore unione familiare (cfr. Gn 2:18-25; Mt 19:3-9; Gv 2:1-11; 2 Cor 6:14; Ef 5:21-33; Mt 5:31,32; Mc 10:11,12; Lc 16:18; 1 Cor 7:10,11; Es 20:12; Ef 6:1-4; Dt 6:5-9; Prv 22:6; Ml 4:5,6).

24. Il ministero di Cristo nel santuario del cielo

In cielo c’è un santuario: il vero tabernacolo «che il Signore e non un uomo, ha eretto». Il Cristo vi officia in nostro favore, mettendo così a disposizione dei credenti i benefici del sacrificio espiatorio da lui offerto una volta per sempre sulla croce. Egli inaugurò il suo ministero di Sommo Sacerdote e di nostro Intercessore alla sua ascensione. Nel 1844, alla fine del periodo profetico dei duemilatrecento giorni/anni, Gesù iniziò la seconda e ultima fase del suo ministero d’espiazione. Si tratta di un giudizio investigativo, che rappresenta una soluzione definitiva per il peccato, simboleggiata dalla purificazione dell’antico santuario ebraico nel giorno del- l’espiazione. In quel servizio simbolico il santuario veniva purificato mediante il sangue di animali sacrificati, mentre quello del cielo è purificato dal perfetto sacrificio di Cristo.  Il giudizio investigativo rivela agli esseri celesti chi, fra i morti, si è addormentato in Cristo e, grazie a lui, è considerato degno di partecipare alla prima risurrezione. Esso, inoltre, manifesta chi, fra i viventi, è fedele a Cri- sto, osserva i comandamenti di Dio e ha la fede di Gesù e quindi, in lui, è pronto per la traslazione nel suo regno eterno. Questo giudizio dimostra la giustizia di Dio nel salvare coloro che credono in Gesù. Esso dichiara che quanti sono rimasti fedeli a Dio riceveranno il regno. La conclusione di questo ministero di Cristo segnerà la fine del tempo di grazia prima del secondo avvento (cfr. Eb 8:1-5; 4:14-16; 9:11-28; 10:19-22; 1:3; 2:16,17; Dn 7:9-27;  8:13,14;  9:24-27;  Nm  14:34;  Ez  4:6;  Lv  16; Ap  14:6,7;  20:12; 14:12; 22:12).

25. Il ritorno di Cristo

Il ritorno di Cristo è la «beata speranza» della chiesa, il grande obiettivo del Vangelo.  La  venuta  del  Salvatore  sarà  letterale,  personale,  visibile  e mondiale. Quando ritornerà i morti giusti risusciteranno e, insieme con i viventi giusti, saranno glorificati e traslati in cielo, mentre gli empi morranno. L’adempimento della maggior parte degli eventi profetizzati e l’attuale con- dizione del mondo indicano che il ritorno di Cristo è imminente. Il tempo di questo evento non è stato rivelato, perciò siamo esortati a essere pronti in ogni istante (cfr. Tt 2:13; Eb 9:28; Gv 14:1-3; At 1:9-11; Mt 24:14; Ap 1:7; Mt 26:43,44; 1 Ts 4:13-18; 1 Cor 15:51-54; 2 Ts 1:7-10; 2:8; Ap 14:14-20; 19:11-21; Mt 24; Mc 13; Lc 21; 2 Tm 3:1-5; 1 Ts 5:1-6).

26. La morte e la risurrezione

«Il salario del peccato è la morte». Dio, però, che è immortale, darà la vita eterna ai redenti. Fino a quel giorno la morte è uno stato di assoluta in- coscienza per tutti. Quando Cristo - che è la nostra vita - apparirà, i giusti risuscitati e i giusti viventi saranno glorificati e portati a incontrare il Signore nell’aria. La seconda risurrezione, la risurrezione degli empi, avverrà mille an- ni più tardi (cfr. Rm 6:23; 1 Tm 6:15,16; Ec 9:5,6; Sal 146:3,4; Gv 11:11-14; Col 3:4; 1 Cor 15:51-54; 1 Ts 4:13-17; Gv 5:28,29; Ap 20:1-10).

26. La morte e la risurrezione

«Il salario del peccato è la morte». Dio, però, che è immortale, darà la vita eterna ai redenti. Fino a quel giorno la morte è uno stato di assoluta in- coscienza per tutti. Quando Cristo - che è la nostra vita - apparirà, i giusti risuscitati e i giusti viventi saranno glorificati e portati a incontrare il Signore nell’aria. La seconda risurrezione, la risurrezione degli empi, avverrà mille an- ni più tardi (cfr. Rm 6:23; 1 Tm 6:15,16; Ec 9:5,6; Sal 146:3,4; Gv 11:11-14; Col 3:4; 1 Cor 15:51-54; 1 Ts 4:13-17; Gv 5:28,29; Ap 20:1-10).

27. Il millennio e la fine di un’era di peccato

Il millennio è il regno di mille anni di Cristo con i suoi santi fra la prima e la seconda risurrezione. In questo periodo di tempo saranno giudicati gli empi e la terra sarà in uno stato di totale desolazione, priva di esseri umani viventi e abitata soltanto da Satana e dai suoi angeli. Alla fine del millennio, Cristo con i suoi santi e la santa città scenderanno dal cielo sulla terra. Allora gli empi risusciteranno e insieme a Satana e ai suoi angeli circonderanno la santa città, ma il fuoco inviato da Dio li consumerà e purificherà la terra. In questo modo l’universo sarà definitivamente liberato dal peccato e dai peccatori (cfr. Ap 20; 1 Cor 6:2,3; Ger 4:23-26; Ap 21:1-5; Ml 4:1; Ez 28:18,19).

28. La nuova terra

Nella nuova terra, in cui vivranno i giusti, Dio assicurerà una dimora eterna per i redenti e un ambiente perfetto per la vita eterna, l’amore, la gioia e la conoscenza in sua presenza. Dio stesso infatti abiterà con il suo popolo e la sofferenza e la morte non ci saranno più. Il gran conflitto è finito e il peccato è stato eliminato. Tutte le cose, quelle animate e quelle inanimate, di- chiareranno che Dio è amore ed egli regnerà per sempre (cfr. 2 Pt 3:13; Is 35; 65:17-25; Mt 5:5; Ap 21:1-7; 22:1-5; 11:15).