“Non spegnete lo Spirito. Non disprezzate le profezie; ma esaminate ogni cosa e ritenete il bene”. (1 Tessalonicesi 5:19-21)
“Perché, fratelli, voi siete stati chiamati a libertà; soltanto non fate della libertà un’occasione per vivere secondo la carne, ma per mezzo dell’amore servite gli uni agli altri”. (Galati 5:13)
Libertà di critica e responsabilità cristiana
Come avviene in ogni altro campo dell’esperienza umana, di tanto in tanto si levano voci di dissenso, critica e opposizione alla nostra esperienza di fede come cristiani avventisti del settimo giorno. Noi riconosciamo il diritto di critica, non solo nella società in genere, ma anche in campo religioso.
La libertà è un privilegio che ci viene da Dio e nessuno deve togliercela, ma comporta anche una grande responsabilità, davanti a Dio e agli uomini. Per questo il Vangelo ci invita sempre a viverla nell’ambito dell’amore e del rispetto, in un quadro di ascolto e umiltà reciproca (Galati 5:13-15; Giacomo 1:19).
A volte le critiche ci vengono rivolte personalmente, a volte attraverso libri o riviste. Da qualche anno molte ci provengono dal variegato mondo di Internet.
Internet è uno straordinario mezzo di comunicazione e difficilmente potremmo immaginare il nostro mondo senza la libertà che offre e incoraggia.
Nel passato, quando qualcuno voleva comunicare le sue opinioni a mezzo stampa, doveva almeno sottoporsi al vaglio di un redattore o di un editore, avendo così un’ulteriore occasione di riflessione e di approfondimento. Con Internet, invece, ognuno può diventare editore di se stesso, senza nessun controllo e spesso anche senza sufficiente riflessione e verifiche. Nel grande mare magnum dell’informazione online è quindi possibile trovare di tutto, da opere altamente encomiabili, per serietà e profondità, a materiali raffazzonati e privi di fondamento. A volte non è neppure possibile identificare e qualificare chi si esprime, e c’è quindi il rischio di una certa irresponsabilità. Diventa anche estremamente facile creare dei siti tramite il taglia e incolla, rischiando di perpetuare critiche infondate o superate, senza che si possa mettere ogni cosa nella sua giusta prospettiva. Non sempre è facile, per usare una parabola evangelica, distinguere il grano da custodire dalla pula da bruciare (Mt 3:13).
Questo sito nasce un po’ a malincuore per rispondere alle critiche più o meno benevole che alcuni, di tanto in tanto, ci rivolgono. Capita anche a noi di farne agli altri e accettiamo quindi con benevolenza che altri ce ne facciano. Speriamo solo che Dio possa aiutarci a ripsondere nello spirito del Vangelo, cercando tutto il bene che le critiche altrui possono offrirci, e rispondendo con carità e verità a quanto riteniamo ingiusto e non veritiero. Conoscendo la nostra fragilità umana, siamo sicuri che non sempre riusciremo in questo nostro proposito, ma confidiamo nella benevolenza di chi vorrà seguirci e nel perdono di quanti potessero ritenere inadeguate le nostre risposte. Grazie a quanti vorranno segnalarci delle eventuali inesattezze: sarà nostra premura correggere quanto risulti contrario all’etica umana e cristiana.
I nostri possibili interlocutori
Ci rivolgiamo in modo particolare a quanti siano interessati a conoscere la nostra opinione sulle possibili critiche alla Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno e alla sua fede. Immaginiamo che possa trattarsi di membri della nostra stessa comunità, o anche di amici, che siano al corrente di obiezioni rivolte a noi e delle quali vorrebbero conoscere meglio le ragioni, cercando allo stesso tempo risposte informate e valide. Probabilmente queste pagine saranno anche visitate da persone estranee al mondo avventista, che pure desiderano conoscerci con obiettività, al di là di quanto potrebbero avere colto su qualche sito di tipo “scandalistico”. Ci saranno anche – lo speriamo sinceramente – visitatori occasionali o studiosi che comunque cercano una testimonianza di spiritualità e speranza. A tutti va il nostro benvenuto.
Discussioni oneste e polemiche pretestuose
La discussione, l’espressione della propria diversa opinione, anche fatta in modo deciso e duro, è del tutto legittima. A volte anche doverosa, soprattutto nel cristianesimo, dove il concetto di “verità” giuoca un ruolo fondamentale.
Noi avventisti non siamo nati dal nulla, ma condividiamo gran parte delle nostre dottrine con altri credenti, accogliendo con gioia l’eredità custodita da altri prima di noi. Abituati a studiare la Bibbia sistematicamente, personalmente e in gruppo, abbiamo sviluppato un atteggiamento aperto alla discussione, come strumento per comprendere meglio e per crescere in Cristo. Anche la nostra professione di fede (link) testimonia della nostra disponibilità alla ricerca e alla crescita continua. Per questo il suo preambolo spiega che noi rifiutiamo di avere un credo (visto qui come una formula umana statica, definitiva e autoritaria della fede) delegando questo ruolo solo alla Bibbia come Parola di Dio: per il resto esprimiamo la nostra fede in una serie di articoli disponibili al miglioramento, nella forma e nella sostanza, man mano che “lo Spirito Santo” ci guiderà “verso una comprensione più completa della verità biblica o [la Chiesa] trova un linguaggio migliore per esprimere gli insegnamenti della Parola di Dio”. Benvenuti dunque a coloro che vogliono aiutarci in questa ricerca del meglio, fornendoci elementi per riflettere, per meglio capire, per meglio servire.
Saremo veramente felici di poter stabilire un dialogo positivo con coloro che esprimono legittimamente e positivamente la loro diversità verso di noi. Anche se la speranza è l’ultima a morire, soprattutto in una prospettiva cristiana, confessiamo di averne poca verso gli specialisti della polemica (link), verso coloro che vivono la loro capacità di parlare e di scrivere come un diritto divino all’accusa sistematica, univoca, intensiva degli altri. Costoro hanno in genere sviluppato una grande propensione a parlare ma poca ad ascoltare e a capire le ragioni degli altri. I miracoli sono però sempre possibili e una porta alla speranza rimane sempre aperta.
A costoro non chiediamo che cambino necessariamente le loro idee, ma speriamo che cambino almeno il loro cuore perché è da lì che “provengono le sorgenti della vita” (Prov 4:23) … e della morte.