Titolo originale: Tell It to the World
Solo i capitoli 1,2,3,4,7
Autore: C. Mervyn Maxwell
Edizione riveduta
Tradotto dall’inglese da Giovanni Leonardi
(Nota: Questa traduzione è stata fatta per un uso comunitario e dovrebbe essere rivista, per consentirne un uso corretto da parte dei lettori. Tuttavia non ci è possibile fare questo , ma confidiamo che la sostanza sia corretta. Qualche refuso potrebbe essersi introdotto a causa della scansione dal testo cartaceo originale. Ce ne scusiamo.)Cap. 01 – No, mio Dio. Io non posso predicare
Cap. 02 – Il Grande Risveglio del Secondo Avvento
A Portland, nel Maine, mentre Miller vi si trovava per delle conferenze, un giovane dissoluto corse a perdifiato in un saloon e gridò ai suoi amici: “Ragazzi, in Casco Street c’è un predicatore che dice che il mondo sta per finire. Perché non smettete di giocare e venite a sentire quello che dice?”
Cap. 03 – Il tempo del ritardo
Cap. 04 – Il grido di mezzanotte
Mentre Joseph Bates esortava i Milleriti delusi perché non si scoraggiassero, un cavaliere apparve.
Snow era pronto ma si ritenne opportuno dargli la possibilità di parlare nelle ore fresche della riunione mattinale. “Il nostro benedetto Signore ha promesso che Egli sarebbe tornato di nuovo per prendere il Suo popolo con Sé,” ricordò Snow alle migliaia di ascoltatori riuniti nell’aria fresca del mattino seguente.[2] “Per quel che riguarda il tempo del suo ritorno, Gesù disse ai suoi discepoli che ‘nessuno conosce il giorno e l’ora, neppure gli angeli dei cieli, né il Figlio, ma solo il Padre.’ Marco 13:32. Molti insegnano,” continuò Snow, “che questo testo prova che gli uomini non conosceranno mai il tempo. Ma se esso prova questo, deve anche provare che neppure il Figlio conoscerà mai il tempo, perché il testo afferma, per il Figlio, la stessa cosa che afferma per gli uomini e gli angeli! Ma se questo verso non prova che Cristo non saprà mai il tempo del Suo ritorno, esso non prova neppure che non lo sapranno mai gli uomini e gli angeli! “Quando Gesù venne la prima volta,” Continuò Snow, “Egli venne al tempo stabilito ed ebbe un messaggio riguardante il tempo. Egli dichiarò: ‘Il tempo è compiuto.’ Marco 1:15. Ora io vi chiedo, fratelli e sorelle, quale tempo era compiuto?” “Il tempo profetico,” rispose la folla. “La sessantanovesima delle settanta settimane di Daniele.” “Giusto, giusto,” Snow li incoraggiava. “Noi tutti conosciamo le profezie di Daniele 8 e 9 sui 2300 giorni-anni e intorno alle settanta settimane di anni che erano ‘determinate’ (o ‘tagliate via’) da esse. E tutti abbiamo anche capito che i 2300 anni dovevano giungere fino ‘all’incirca verso il 1843.’ “Ma abbiamo trascurato alcune cose! Abbiamo detto che i 2300 anni cominciavano nella primavera del 457 a.C. e finivano nella primavera del 1844, ma i 2300 anni non dovevano cominciare all’inizio dell’anno, ma nel momento in cui “uscì il comando di restaurare e riedificare Gerusalemme.’ Daniele 9:25. Ora Esdra 7:8 ci dice che questo decreto non raggiunse Gerusalemme fino al quinto mese dell’anno! Fratelli miei, se gli anni biblici cominciano e finiscono a primavera, e se il decreto non ebbe effetto che cinque mesi dopo l’inizio dell’anno, non dobbiamo pensare che i 2300 anni debbano estendersi almeno cinque mesi oltre l’inizio della primavera?” “Amen.” “È proprio così.” “Deve essere così,” rispose la folla. “Allora eravamo in errore aspettando Gesù per la primavera del 1844!” “Si, si! Grazie Signore!” “L’altra verità avente a che fare con il tempo del ritorno di Cristo” - Snow avanzava nella sua argomentazione con sempre maggiore sicurezza - riguarda una maggiore comprensione dei tipi connessi alla primavera e all’autunno, contenuti nella legge di Mosè. “La festa principale delle cerimonie di primavera era la Pasqua, celebrata nel ‘primo mese’ dell’anno biblico. La festa principale delle cerimonie di autunno era il Giorno delle Espiazioni, nel ‘settimo mese’ dell’anno. Ora, in che giorno Gesù morì sulla croce? “A pasqua,” rispose la folla, che lo seguiva attentissima. “Corretto! ‘Cristo, la nostra pasqua’ fu crocifisso per noi (1 Corinzi 5:7) nel primo mese, durante la primavera, proprio nello stesso giorno in cui veniva ucciso l’agnello pasquale. Ma questo non è tutto. In che momento del giorno veniva ucciso l’agnello pasquale?” “A sera,” rispose la gente. “Si; e più precisamente, ‘tra le sere’ come dice il testo ebraico;* non al tramonto, ma a metà pomeriggio. Ditemi, a che ora Cristo, la nostra Pasqua, diede la sua vita per noi?” “Alle tre del pomeriggio,” fu la risposta. Appoggiandosi all’antico storico ebreo Giuseppe e all’abile cronologista William Hales, Snow stabilì la data della morte di Cristo nella primavera del 31 d.C., nel mezzo della settantesima settimana di anni. “Io vi dichiaro, fratelli, per la Parola del Signore, che quando Gesù venne la prima volta, Egli morì come nostra Pasqua proprio nell’anno predetto dalla profezia di Daniele e proprio nel giorno prescritto dalla legge cerimoniale - di fatto, proprio nell’ora prescritta in quella legge. Non un solo elemento della legge è fallito. Ogni iota ed ogni apice è stato adempiuto. Il tempo è stato rispettato nel modo più stretto! “Ora fratelli, proprio come la Pasqua era il tipo [simbolo che punta ad una realtà effettiva] primaverile più importante, così il Giorno delle espiazioni è il tipo più importante dell’autunno. E cosa faceva il sommo sacerdote nel giorno delle espiazioni?” “Purificava il santuario.” “Certo, è proprio così! E quale compito Gesù porterà a termine alla fine dei 2300 giorni-anni di Daniele 8:14?” “La purificazione del santuario!” rispose nuovamente la folla. “Esattamente! Ora, se il tempo fu strettamente rispettato quando Gesù morì come nostro sacrificio pasquale, non ne consegue che il tempo sarà rispettato allo stesso modo quando il nostro Sommo sacerdote realizza la purificazione del santuario? Non è chiaro che Gesù realizzerà la profezia di Daniele 8:14 non solo nell’anno indicato in Daniele 8:14, ma più precisamente, alla data esatta del Giorno delle Espiazioni?” I Milleriti guardarono le loro Bibbie, Snow, e l’un l’altro, con meraviglia e con un sentimento di profonda gratitudine. Snow continuò, avviandosi verso la sua conclusione. “E quando, fratelli, cade il Giorno delle Espiazioni nel calendario cerimoniale biblico?” “Il decimo giorno del settimo mese,” risposero quasi all’unisono. “Giusto di nuovo! Levitico 23:27 dice, ‘Il decimo giorno di questo settimo mese sarà il giorno dell’espiazione.’ Fratelli, se il tipo della purificazione si realizzava il decimo giorno del settimo mese, nell’antitipo [realtà effettiva rappresentata da simbolo] quando si deve realizzare il momento in cui Gesù completa la purificazione del santuario?” La sua passione era schiacciante. E la folla sciorinò nuovamente la sua risposta: “Il decimo giorno del settimo mese.” Snow fece una pausa e respirò profondamente prima di manifestare il suo ultimo argomento. “Grazie ai calcoli più precisi conservati, per la provvidenza di Dio, dai Giudei Karaiti, il decimo giorno del settimo mese cade quest’anno il 22 ottobre.” A questo punto fece una pausa è poi lanciò il suo appello finale. “Fratelli, pensateci bene. Siamo ora nella seconda settimana di agosto. In meno di tre mesi il Signore completerà l’espiazione e verrà fuori dal santuario per benedire il suo popolo in attesa. Levitico 9:22,23. In meno di tre mesi l’opera di Dio sarà completata. Non ci sarà più un altro inverno in questa fredda, vecchia terra. In meno di tre mesi lo Sposo sarà qui a prendere il suo popolo che lo aspetta. Non è questo il tempo per il grido di mezzanotte, il grido di mezzanotte: ‘Ecco lo Sposo viene: uscitegli incontro?” Lacrime di gratitudine e gioia scorsero in abbondanza. Si chiese a Snow di ripetere il suo discorso il giorno seguente in modo che tutti fossero sicuri di avere ben capito. Altri dirigenti esortarono i fratelli a usare bene i pochi giorni che rimanevano. Solenni, umili, ma elettrizzati, i credenti ripresero i loro treni, i loro battelli a vapore, e le loro diligenze per tornare a casa. Essi recarono ovunque le buone notizie. Congresso dopo congresso reagirono con lo stesso animo sereno ma entusiasta. Le colline granitiche della Nuova Inghilterra risuonarono ben presto del “grido di mezzanotte.” Con un entusiasmo irrefrenabile esso volò sulle ali del vento da una parte all’altra della regione. Dal Canada al Maryland, dall’Atlantico alle regione centrali interne, simultaneamente e quasi unanimemente, il “movimento del settimo mese” si sparse finché ogni città, villaggio e casolare non ebbe udito la notizia. Himes, da principio, resistette a questa nuova comprensione, ma dopo la fece sua, certo che essa venisse dal Signore. William Miller la studiò con estrema attenzione, pregò intensamente e scrisse poi con gioia: “Nel ‘settimo mese’ vedo della gloria che non avevo mai visto prima. Sono quasi a casa. Gloria! Gloria! Gloria!” Ottobre 22! Un solo giorno prima della fine. Che giorno da vivere! Man mano che gli ultimi giorni scorrevano, gli uomini d’affari avventisti chiudevano i loro negozi, i meccanici le loro officine, gli impiegati abbandonavano il loro impiego. Ai congressi sotto le tende molti confessavano i loro peccati e si facevano avanti per le preghiere. Molto denaro veniva donato perché i poveri potessero pagare i loro debiti e per pubblicare degli stampati ... fino al punto che gli editori dissero di non potere fare di più rimandando così indietro i donatori tristi. In campagna alcuni agricoltori abbandonarono il loro raccolto nei campi per dare testimonianza della loro fede. Le patate rimasero sotto terra,* le mele si decomposero nei frutteti, il fieno giaceva a terra nei campi. Nelle città molti credenti (molti insegnanti, diversi giudici di pace, anche un magistrato di Norfolk) rinunciarono al loro impiego. A Filadelfia un sarto sulla quinta strada chiuse la sua bottega “in onore del Re dei re che apparirà verso il 22 ottobre.” Una grossa azienda di Brooklyn licenziò i suoi impiegati. Metodisti, Congregazionalisti, Presbiteriani si affrettarono alle acque battesimali. Le macchine da stampa a vapore stavano al lavoro giorno e notte sfornando il Midnight Cry e altri stampati. Centinaia di migliaia di copie furono pubblicate a New York e Boston negli ultimi tre mesi. E altre migliaia a Rochester, Topsham, Philadelphia, Lancaster, Utica, Cleveland, Cincinnati, Detroit e Toronto. Aspettazione. Pubblicazione. Preparazione. Consacrazione. La conclusione di tutto era ora a portata di mano. 15 ottobre, sette giorni al traguardo. 16 ottobre, sei giorni. 17 ottobre, 18 ottobre, 19 ottobre. Il 19 ottobre le macchine da stampa si fermarono. La grande tenda era già stata smontata per l’ultima volta. I predicatori erano ritornati alle loro case per stare con le loro famiglie. Joshua V. Himes si affrettò a Low Hampton per stare con Miller. All’interno del Movimento i credenti aspettavano con gioiosa bramosia. L’allora ragazzina Ellen Harmon scriverà più tardi: “Questo fu l’anno più felice della mia vita. Il mio cuore era pieno di una felice aspettazione.”[3] Al di fuori, il mondo aspettava in ansia. Migliaia di persone, che non avevano mai preso parte al Movimento, esaminavano i loro cuori per paura che potesse essere vero. 20 ottobre. 21 ottobre. 22 ottobre 1844. Come il 22 ottobre del 1844 volgeva al tramonto, i Milleriti si riunirono in gruppi di diversa consistenza, nei loro tabernacoli, nelle chiese, sotto le tende, in case private; in solenni incontri di preghiera e di gioiose lodi. A Low Hampton, nello Stato di New York, gli amici di Miller si riunirono presso il boschetto di aceri accanto alla sua casa, su quella che è nota oggigiorno come la “Roccia dell’ascensione”. Vegliarono tutto il giorno perché non sapevano a quale ora il loro Signore sarebbe venuto. Il sole sorse a occidente, simile a “uno sposo ch’esce dalla sua camera nuziale.” Ma lo Sposo non apparve. Il sole giunse al culmine della sua corsa, caldo e munifico di vita “con la guarigione nelle sue ali.” Ma il Sole di Giustizia non manifestò il suo splendore. Il sole si stabilì in occidente, dardeggiando, fiero, “terribile come un esercito a bandiere spiegate.” Ma Colui che cavalca il cavallo bianco e guida le armate celesti non tornò. Le ombre della sera si allungarono fresche sulla terra. Le ore della notte battevano lentamente il tempo che passava. Nelle case sconsolate dei Milleriti, gli orologi rintoccarono le dodici a mezzanotte. Il 22 ottobre era finito e Gesù non era venuto. Non era venuto!Cap. 07 – Cleopa in un campo di grano
Alla fine Hiram Edson accettò di portare Ofelia, la sua figliola di dodici anni, Ofelia, e un ministro, al lago ghiacciato, dove la determinata ragazzina sarebbe stata battezzata.
E nel freddo grigiore dell’alba di quella fine d’ottobre, Hiram Edson e il suo piccolo gruppo entrarono nel fienile,
confuse ma ancora desiderose di credere.