Nella storia della chiesa avventista Ellen G. Harmon (sposata White) occupa un posto privilegiato: è uno dei membri fondatori della chiesa. Insieme a James White, suo marito, Joseph Bates, Hiram Edson, Uriah Smith e altri ancora, visse il travaglio della delusione del 1844 e il lento processo di formazione della chiesa cristiana avventista.
Queste persone e, in seguito, gli altri membri della chiesa cristiana avventista, le hanno attribuito un ruolo particolare, riconoscendole un dono profetico. Questa espressione, certo, è di quelle che suscitano diffidenza e sospetto e soprattutto evocano particolari funzioni divinatorie e mistiche. In realtà, Ellen G. White non è mai stata nulla di tutto questo.
Gli avventisti vedono in lei una figura simile a quella dei profeti biblici all’epoca della monarchia in Israele e in Giuda: la coscienza critica e la guida spirituale di un popolo, in un’epoca di incertezze e di ricerca della verità.
Ellen G. White denunciò i rischi di un atteggiamento eccessivamente conservatore e settario, incoraggiò la missione, spinse il movimento a fare dell’insegnamento della Parola di Dio il centro della fede e delle dottrine, respingendo tuttavia il concetto di ispirazione verbale e qualsiasi tendenza a fare della Bibbia un idolo.
A partire dal 1888, rendendosi conto della pericolosa tendenza al legalismo che investiva la chiesa cristiana avventista, Ellen G. White ricordò con forza che il nucleo del Vangelo era la giustificazione per grazia mediante la fede in Gesù Cristo.
Non ha mai rivestito incarichi amministrativi, ma per il suo carisma è stata un punto di riferimento per le scelte della chiesa cristiana avventista, soprattutto nel campo della predicazione evangelistica, delle attività editoriali, dell’opera sanitaria.
In diverse occasioni è stata una vera spina nel fianco per gli amministratori della chiesa, rimproverando la loro grettezza e l’eccessivo centralismo con il quale gestivano la chiesa. Insieme al marito ha promosso con convinzione la creazione di una struttura che permettesse alla chiesa nascente di crescere.
Ha lasciato un patrimonio letterario importante: 100.000 pagine, fra articoli, libri e manoscritti inediti. La chiesa cristiana avventista ritiene che questi testi siano il frutto della sua ispirazione divina, ma non li pone sullo stesso piano della Bibbia.
Nota: Un certo numero di queste opere è disponibile anche in italiano presso le Edizioni ADV – Firenze.