Quando ero pastore della comunità di Agrigento, mi sono recato più volte nella Valle dei Templi. Osservavo con meraviglia il tempio della concordia. La mia mente, con l’immaginazione, cercava di costruirne la storia, il modo in cui era stato costruito e i sacerdoti che offrivano le loro offerte alle divinità. Tutte le volte che vi andavo, rimanevo estasiato da tanta bellezza e ingegnosità. Provavo una sensazione di impotenza e di nullità di fronte a tale maestosità e splendore.
In tutte le religioni dell’Antico Oriente, il santuario indicava un luogo santo, dove la divinità abitava ed era oggetto di adorazione. Anche la Parola di Dio parla di un santuario che Dio fece costruire al popolo d’Israele, ma con un’essenziale differenza. Il santuario, o tabernacolo, era considerato come il luogo della manifestazione di Dio (1 Re 8: 27).
Il segno tangibile della presenza di Dio nel santuario era la nuvola luminosa e un fuoco visibile di notte.
“Allora la nuvola coprì la tenda di convegno, e la gloria del SIGNORE riempì il tabernacolo. E Mosè non potè entrare nella tenda di convegno perché la nuvola si era posata sopra, e la gloria del SIGNORE riempiva il tabernacolo. Durante tutti i loro viaggi, quando la nuvola si alzava dal tabernacolo, i figli d'Israele partivano; ma se la nuvola non si alzava, non partivano fino al giorno in cui si alzava. La nuvola del SIGNORE infatti stava sul tabernacolo di giorno; e di notte vi stava un fuoco visibile a tutta la casa d'Israele durante tutti i loro viaggi” (Esodo 40: 34-38).
La descrizione del santuario
“Essi mi faranno un santuario e io abiterò in mezzo a loro. Me lo farete in tutto e per tutto secondo il modello del tabernacolo e secondo il modello di tutti i suoi arredi, che io sto per mostrarti “ (Esodo 25: 8-9).
Non si può capire la funzione del santuario israelitico se non se ne conosce la struttura e l’arredamento. Il santuario, una struttura originariamente rettangolare, aveva due vani divisi da una cortina: quello anteriore era detto luogo santo, quello posteriore era il luogo santissimo. Tutta la struttura occupava la parte posteriore di uno spazio rettangolare recintato, il cortile, nel quale si entrava attraverso una cortina posta sul lato anteriore.
A. Gli arredi del santuario
“Certo anche il primo patto aveva norme per il culto e un santuario terreno. Infatti fu preparato un primo tabernacolo, nel quale si trovavano il candeliere, la tavola e i pani della presentazione. Questo si chiamava il luogo santo. Dietro la seconda cortina c'era il tabernacolo, detto il luogo santissimo. Conteneva un incensiere d'oro, l'arca del patto tutta ricoperta d'oro, nella quale c'erano un vaso d'oro contenente la manna, la verga di Aaronne che era fiorita e le tavole del patto. E sopra l'arca c'erano i cherubini della gloria che coprivano con le ali il propiziatorio. Di queste cose non possiamo parlare ora dettagliatamente” (Eb 9:1-5).
Cortile: altare degli olocausti - bacino di bronzo. | Luogo santo: tavola della presentazione dei pani - candelabro a sette braccia - altare dei profumi. |
Luogo santissimo: arca del patto con dentro i 10 comandamenti, la verga di Aronne e il vaso con la manna - leggi sanitarie, civili e cerimoniali.
B. I servizi liturgici e significato
- Levitico 1: l'olocausto della mattina e della sera, associato al suono delle trombe - relazione di incontro e di speranza.
- Levitico 2: le oblazioni (offerte) - relazione di riconciliazione.
- Levitico 3: le azioni di riconoscenza - relazione di gratitudine.
- Levitico 4: i sacrifici per il peccato - relazione di perdono.
- Levitico 16: la purificazione del santuario in termini d’espiazione e di giudizio - 10 di ottobre (Lv 16:29) - relazione di una nuova esperienza di vita.
C. Gli insegnamenti evangelici
CORTILE: LA RICONCILIAZIONE
La riconciliazione è il prima passo verso il cielo. Paolo scriveva: “ ... siamo stati riconciliati con Dio mediante la morte del Figlio suo, tanto più ora, che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita” (Romani 5: 10).
Gli elementi simbolici che caratterizzavano la riconciliazione sono:
1. La porta
Il cortile era munito di una sola porta di accesso al santuario, rivolta verso est. Il pio israelita, tutte le volte che si recava al santuario voltava le spalle al "sol levante", divinità adorata in tutto il mondo pagano. In altre parole, voltava le spalle al mondo, al peccato. La porta rappresentava Cristo.
“Perciò Gesù di nuovo disse loro: «In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti quelli che sono venuti prima di me, sono stati ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta; se uno entra per me, sarà salvato, entrerà e uscirà, e troverà pastura. Il ladro non viene se non per rubare, ammazzare e distruggere; io son venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza” (Gv 10:7-10).
2. La confessione
Attraversando la porta, una volta entrato nel cortile, vicino all’altare dei sacrifici, il penitente, avendo con sé l’agnello per il sacrificio, si dichiarava colpevole per suoi peccati, che simbolicamente si trasferivano, sull’agnello.
“Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non aver peccato, lo facciamo bugiardo, e la sua parola non è in noi” (1 Gv 1:8-10).
3. L’altare degli olocausti – il sacrifico per il peccato
Dopo aver confessato i peccati, l’agnello veniva sacrificato sull’altare degli olocausti. Ciò indica che la conseguenza del peccato è la morte e che la vita è frutto della misericordia di Dio (Rm 6:23). Inoltre, l’agnello rappresenta Cristo Gesù.
"Il giorno seguente, Giovanni vide Gesù che veniva verso di lui e disse: 'Ecco l'Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!'" (Gv 1:29).
"Sapendo che non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati riscattati dal vano modo di vivere tramandatovi dai vostri padri, ma con il prezioso sangue di Cristo, come quello di un agnello senza difetto né macchia" (1 Pt 1:18-19).
4. La conca di rame - Romani 6:3-5
Una volta offerto il sacrificio, il sacerdote, prima di entrare nel luogo santo, faceva le abluzioni di purificazione con l’acqua contenuta nella conca di rame. Così come il sacerdote non poteva entrare nel lungo santo senza aveva fatto prima le abluzioni, allo stesso modo colui che riceve e accetta il Vangelo della salvezza in Gesù Cristo, non può entrare a far parte della chiesa, senza prima essere battezzato o nascere di nuovo.
"Gesù rispose: 'In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d'acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio'" (Gv 3:5).
"Quelli che accettarono la sua parola furono battezzati; e in quel giorno furono aggiunte a loro circa tremila persone" (At 2:41).
LUOGO SANTO: LA SANTIFICAZIONE
Il luogo santo rappresenta la comunità dei credenti che, mediante lo studio della Parola di Dio, la preghiera, la testimonianza e l’opera dello Spirito Santo, vive la beata speranza del ritorno di Cristo. La santificazione è un aspetto importante della vita cristiana in vista della glorificazione, che avverrà quando Gesù ritornerà.
"Infatti Dio ci ha chiamati non a impurità, ma a santificazione" (1 Ts 4:7).
"Impegnatevi a cercare la pace con tutti e la santificazione senza la quale nessuno vedrà il Signore" (Eb 2:14).
Gli elementi simbolici che tratteggiano la santificazione sono:
1. Il candelabro
Il candelabro a sette braccia, tutto d’oro, rappresenta il carattere perfetto di Cristo che, mediante lo Spirito Santo, raffigurato dall’olio, viene trasfuso nel credente. L’apostolo Paolo, evidenzia, nella lettera agli Efesini, che l’opera dello Spirito Santo consiste nel crescere "in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo" (Ef 4:14-15).
Il candelabro illuminava la prima parte del tabernacolo e le lampade sempre accese indicavano Gesù, luce del mondo. Infatti, Gesù Cristo affermò di essere "la luce del mondo" e chi lo "segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita" (Gv 8:12).
2. I pani della presentazione
Essi rappresentano Gesù Cristo pane della vita (Gv 6:35) e la Parola di Dio. Ogni giorno possiamo nutrirci di Cristo, dei suoi insegnamenti, mediante lo studio della Parola ispirata.
"La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero" (Sal 119:105).
"Or questi erano di sentimenti più nobili di quelli di Tessalonica, perché ricevettero la Parola con ogni premura, esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se le cose stavano così" (At 17:11).
"Non di pane soltanto vivrà l'uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio" (Mt 4:4).
3. L’altare dei profumi
L’altare dei profumi rappresenta l’adorazione e la preghiera rivolta a Dio Padre nel nome di Gesù Cristo (Gv 16:24).
"Vegliate dunque, pregando in ogni momento, affinché siate in grado di scampare a tutte queste cose che stanno per venire, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo" (Lc 21:36). L’apostolo Paolo scrive: "non cessate mai di pregare" (1 Ts 5:17).
LUOGO SANTISSIMO: GLORIFICAZIONE - GIUDIZIO
Il luogo santissimo con i suoi arredi (l'arca con i 10 comandamenti, la verga di Aronne e il vaso contenente la manna) rappresenta il carattere di Dio in gloria. Ogni credente, confrontandosi con il significato degli arredi contenuti nel luogo santissimo, indubbiamente sarà trasformato di gloria in gloria.
“E noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione del Signore, che è lo Spirito” (2 Cor 3:18).
1. Il giudizio
Una volta l’anno, il sommo sacerdote, entrava nel luogo santissimo per la purificazione del santuario (Lv 16). Il rituale annuale si svolgeva principalmente nel luogo santissimo ed era celebrato dal sommo sacerdote nel giorno dell'espiazione o grande giorno del perdono (Kippur). Questa solennità, che ricorreva al principio dell'autunno, era da ogni pio israelita trascorsa nel digiuno e nell'umiliazione, perché in quel giorno il Signore giudicava il suo popolo.
Il giudizio richiama la nostra attenzione sulla serietà dell’amore di Dio e sull’uso della libertà che ogni persona esercita per se medesima in rapporto all’accettazione o alla non accettazione della salvezza.
L’apostolo Paolo scrive: "Dio dunque, passando sopra i tempi dell'ignoranza, ora comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano, perché ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia per mezzo dell'uomo ch'egli ha stabilito, e ne ha dato sicura prova a tutti, risuscitandolo dai morti" (At 17:30-31).
Il giudizio ha come fondamento la legge di Dio. Infatti, nel luogo santissimo troviamo l’arca del patto, dentro la quale erano collocate le tavole della legge. I dieci comandamenti da una parte rappresentano il carattere di Dio che "è santo giusto e buono" (Rm 7:12), dall’altra il mezzo attraverso il quale gli uomini saranno giudicati.
"Parlate e agite come persone che devono essere giudicate secondo la legge di libertà. Perché il giudizio è senza misericordia contro chi non ha usato misericordia. La misericordia invece trionfa sul giudizio" (Gm 2:12-13).
CONCLUSIONE
In breve, i tre insegnamenti che contraddistinguono il santuario terreno sono: la riconciliazione, la santificazione e il giudizio. La riconciliazione indicava l’opera di Dio in favore dell’umanità; la santificazione segnalava il percorso di vita del credente nell’ambito della riconciliazione acquisita grazie alla misericordia di Dio e il sostegno dello Spirito Santo; il giudizio annunciava l’atto finale mediante il quale il peccato, con tutte le sue conseguenze, sarà debellato per sempre, prima dell’inaugurazione di un nuovo percorso di vita: nuovi cieli e nuova terra.
Questi tre insegnamenti trovano il loro adempimento nella persona di Cristo, nostro Signore. Poiché Egli "da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione, affinché, com'è scritto: 'Chi si vanta, si vanti nel Signore'" (1 Cor 1:30-31).
"Noi siamo stati santificati, mediante l'offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre" (Eb 10:10); pertanto, abbiamo la libertà "di entrare nel luogo santissimo (leggi: di essere alla presenza di Dio),[1] per mezzo del sangue di Gesù, per quella via nuova e vivente che egli ha inaugurata per noi attraverso la cortina, vale a dire la sua carne" (Eb 10:19-20). "Il Padre non giudica nessuno, ma ha affidato tutto il giudizio al Figlio" (Gv 5:22; 3:16-19). Conseguentemente, noi tutti, "dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione di ciò che ha fatto quando era nel corpo, sia in bene sia in male" (2 Cor 5:10).
[1] Luogo santissimo (in greco ἁγίων) rappresenta non un luogo, ma l’essere alla presenza di Dio. Infatti, Paolo in Ebrei 9:24 ci informa che Gesù "non è entrato in un luogo santissimo fatto da mano d'uomo, figura del vero; ma nel cielo stesso, per comparire ora alla presenza di Dio per noi" (cfr. Eb 1:1-3). Ciò è conforme all’insegnamento del santuario terreno, dove il sommo sacerdote entrava una volta l’anno nel luogo santissimo, per la purificazione del santuario, trovandosi alla presenza di Dio.