01. Che cos’è il movimento ecumenico?

01. Che cos’è il movimento ecumenico?

Il termine ecumenico deriva dal greco e indica tutte le terre non abitate. Suoi sinonimi sono le parole «universale e cattolico ». Il movimento ecumenico ha progressivamente guadagnato strada tra i cristiani nel XX secolo; ambisce a riguadagnare o a raggiungere una qualche forma di unità cristiana mondiale che superi le barriere denominazionali.

Ha raggiunto l’apice organizzativo nel 1948, quando nacque il Consiglio mondiale delle chiese, e quello emotivo nel 1968, subito dopo il Concilio Vaticano II, quando la chiesa cattolica è salita a bordo del battello ecumenico, perché in origine si era collocata decisamente all’opposizione.

Fino agli anni cinquanta la preoccupazione principale di molti ecumenisti era acquisire una qualche forma di unità organica; qualcuno si era talmente entusiasmato da sognare addirittura una «chiesa unica». Si dava estrema rilevanza alla fusione tra chiese, alle chiese unite, a dialoghi multilaterali e alla comunione eucaristica.

Il movimento ecumenico era costituito da tre filoni principali: fede e ordine (teologia), vita e lavoro (cristianesimo pratico, socio-economico) e Consiglio missionario internazionale (opera missionaria nel mondo). Nel 1961 il terzo filone è confluito nel Consiglio mondiale delle chiese (WCC), che non deve essere considerato l’equivalente del movimento ecumenico, ben più vasto, ma che ne è però la maggiore espressione organizzativa. Molti ecumenismi convinti vanno addirittura oltre affermando che il WCC è lo «strumento privilegiato del movimento».

Le organizzazioni ecumeniche abbondano e molte cooperano o sono associate al WCC. Sono stati creati numerosi istituti ecumenici e un certo numero di chiese dispone di un dipartimento per gli affari ecumenici.

Molte chiese, soprattutto quelle più tradizionaliste, dichiarano apertamente il loro sostegno al movimento ecumenico, mentre non sono poche quelle che, pur appartenendo al WCC, hanno un’adesione puramente formale all’ecumenismo e certamente non danno nessun tipo di contributo finanziario. Ci sono poi denominazioni che manifestano apertamente e ad alta voce la loro contrarietà a ogni commistione con l’ecumenismo. I loro attacchi sono piuttosto rabbiosi e considerano il movimento ecumenico la principale sventura della chiesa moderna. Altri ancora, come gli avventisti, mantengono le distanze, non per via della missione profetica, senza salire a bordo del battello, ma riconoscendo alcune positive conquiste, come la libertà religiosa, relazioni meno ostili tra chiese e una maggiore giustizia nei rapporti umani. Ma anche se non ha scartato il movimento ecumenico, l’avventismo ne ha criticato apertamente alcuni aspetti.


NOTA: La risposta è stata tratta da: J. Graz e B. B. Beach, 101 Domande - Gli interrogativi più frequenti degli avventisti, Edizioni ADV, Firenze, 2008.